Lavoro / Lo studio

I lavoratori immigrati producono il 6,9% del Pil regionale

In Trentino 5.500 aziende sono guidate da cittadini stranieri. Il reddito medio dei lavoratori non italiani è di 13.710 euro all’anno

di Daniele Battistel

TRENTO. Vale poco meno del 7 per cento del Pil regionale l'apporto dato dai cittadini stranieri in Trentino Alto Adige. Lo stabilisce un rapporto della Fondazione Leone Moressa dedicato alla mancanza di occupazione e alla necessità di favorire l'immigrazione regolare.

Secondo lo studio, l'Italia è agli ultimi posti in Europa per occupazione femminile e giovanile. Per tornare ai livelli pre-Covid si stima servano più di 534mila lavoratori, di cui 80mila stranieri.

La ricerca.

Lo studio porta a galla il fatto che, dopo le chiusure del 2020, nel 2021 sono tornati a crescere i permessi di soggiorno rilasciati: 274 mila, più del doppio dell'anno precedente. In ripresa, soprattutto, gli ingressi per lavoro, passati da 10 mila a oltre 50 mila e pari al 18,5 per cento dei permessi totali. Tuttavia, il primo canale di ingresso per gli immigrati in Italia è il ricongiungimento familiare (44% dei nuovi permessi).

Gli ingressi per lavoro in Italia (8,5 ogni 10.000 abitanti) rimangono a un livello molto più basso rispetto alla media Ue (29,8). Gli stranieri residenti in Italia sono oggi stabili a quota 5,2 milioni, l'8,8 per cento della popolazione. In Trentino la percentuale è leggermente più alto, pari al 9,1 per cento.

La produzione straniera

A livello di apporto al Pil, dai dati della Fondazione Moressa risulta che a livello regionale i circa 45mila lavoratori stranieri (considerati i maggiori di 15 anni) "fatturano" il 6,9 per cento della produzione trentina e altoatesina. In valore assoluto si tratta di 2 miliardi e 890 milioni di euro, pari al 2 per cento del prodotto interno lordo degli immigrati a livello italiano.

Gli immigrati che lavorano in Trentino Alto Adige sono all'ottavo posto a livello nazionale come produzione regionale di Pil. A livello provinciale la stima è di un Pil prodotto da stranieri attorno al miliardo e mezzo di euro.

Le imprese straniere

A livello di imprese straniere, la Fondazione Moressa ne ha contato 13.972 in Trentino Alto Adige, ma con una distribuzione non omogenea. Sono infatti 8.517 (per al 61 per cento) in Alto Adige e solo 5.455 in Trentino, pari al 39 per cento. Riferendoci alla provincia di Trento le quasi 5.500 aziende guidate da cittadini non italiani sono pari al 7,1 per cento del totale (a Bolzano l'incidenza sale all'8,5 per cento). La media nazionale è esattamente del 10 per cento. Dal 2020 al 2021 gli imprenditori stranieri sono aumentati del 6,1 per cento, mentre se consideriamo una base decennale (2011-2021) il balzo è stato del 20,2 per cento (a Bolzano +43,4 per cento, a livello nazionale +31,6 per cento).

Secondo i dati dell'Ispat sono 1.060 le gli imprenditori stranieri che operano nel settore delle costruzioni. Più di 800 le aziende del commercio all'ingrosso e al dettaglio e attive nel comparto della riparazione di autoveicoli. Sono invece 550 gli imprenditori immigrati che operano nei settori della ristorazione e dei servizi per l'alloggio

Tasse

In Trentino i contribuenti nati all'estero (fonte Ministero delle Finanze) sono 58.977 (72.028 in Alto Adige), pari al 13,9 per cento del totale di chi versa imposte e tasse. Secondo le stime i lavoratori stranieri guadagnano 792 milioni di euro (1 miliardo è la cifra dell'Alto Adige).Il loro reddito medio in Trentino risulta di 13.710 euro l'anno (il riferimento è il 2020), poco più della metà rispetto ai cittadini italiani (23.800 euro). Gli stranieri contribuiscono al flusso dell'Irpef con 102 milioni di euro versati all'anno: la media è di 2.800 euro per lavoratore contro i 5.100 degli italiani. In Alto Adige gli occupati immigrati hanno un reddito medio di 14.830 euro.

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