Economia / I dati

Prestiti, le imprese trentine restano prudenti: l’incertezza internazionale frenano gli investimenti

Le famiglie spendono per la casa, ma si indebitano sempre meno per l'acquisto di beni: il credito al consumo in regione è a 1,5 miliardi, di cui la gran parte accesi con le banche (1,2 miliardi) e solo 326 milioni con società finanziarie

MUTUI Impennata in Trentino

di Chiara Zomer

TRENTO. Se è vero che le famiglie trentine già guardano al futuro con un certo ottimismo - i mutui casa hanno visto un'impennata - le imprese trentine restano decisamente prudenti. Aumentano l'esposizione bancaria, ma in percentuali limitate: siamo a + 2,3% rispetto all'anno scorso. E cala rispetto al primo trimestre dello stesso anno.

Segno che l'incertezza sul fronte internazionale, le tensioni sui prezzi, le difficoltà nel reperimento delle materie prime, frenano anche eventuali ipotesi di investimento, o comunque consigliano prudenza. E questo per chi conta sulla leva finanziaria per sostenere gli investimenti. Tutt'altro discorso, per chi è costretto all'assistenza bancaria per far fronte alle spese. E purtroppo, soprattutto nei settori legati al turismo, non mancano segnali in questo senso.

Quanto alle famiglie, invece, si indebitano per investire nella casa, ma sono prudenti per quel che riguarda tutto il resto: il credito al consumo è di fatto fermo. Questa la fotografia che emerge dal report di Banca d'Italia "Banche e istituzioni finanziarie: finanziamenti e raccolta per settori e territori" sul terzo semestre 2021.

Le imprese.

Restando sulle aziende, come detto, la crescita c'è sull'anno, ma non è dirompente: +2,3% nel terzo trimestre 2021, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Più sostenuta la richiesta di credito in Alto Adige, dove le imprese hanno aumentato del 3,2%. Ma nel mondo delle imprese i numeri possono avere significati anche molto diversi. In regione risultano accesi prestiti a società non finanziarie e famiglie produttrici per 28,6 miliardi. Dato tra l'altro in leggerissima flessione rispetto al secondo trimestre del 2021.

Di questi, tuttavia, la fetta più grande va ad uno dei settori più colpiti dalla pandemia e dalla crisi derivata da lockdown e restrizioni: il settore dei servizi, che conta in regione 16,4 miliardi di prestiti. Mega insieme in cui trova posto il complesso mondo che gira attorno al turismo: dall'alberghiero alla ristorazione. E in questi casi l'indebitamento è più probabilmente legato alla necessitò di liquidità, per far fronte a costi crescenti e fatturati in flessione. Quindi quell'aumento su base annua - per fortuna in lievissima flessione sul primo trimestre 2021 - ha il sapore delle difficoltà contingenti. Tutt'altra impressione danno, al contrario, quei 2,5 miliardi di finanziamenti attivi a sostegno dell'edilizia, che spinta dagli incentivi sta certamente vivendo un momento di buona espansione, per lo meno dal punto di vista dei fatturati.

Altra cosa è la redditività, con costi crescenti, ma questo è un altro discorso. Resta aperto il tema piccole imprese. In calo sia su base annua (- 0,4%), sia rispetto al secondo trimestre: si è passati da 8,5 miliardi del primo trimestre agli attuali 8,3 miliardi. Non si investe, ma per lo meno si riduce l'indebitamento.

Famiglie.

Le famiglie e l'esplosione dei mutui casa già è nota: 287 milioni di nuove erogazioni (con 14 surroghe e 2 sostituzioni), che portano le consistenze totali dei mutui casa in Trentino Alto Adige a quota 6,5 miliardi (di cui 5,4 non rinegoziati e 1,1 rinegoziati). Ma le famiglie trentine restano prudenti: si investe sulla casa, ci si indebita sempre meno per l'acquisto di beni: il credito al consumo è praticamente, in regione, a 1,5 miliardi, di cui la gran parte accesi con le banche (1,2 miliardi) e solo 326 milioni con società finanziarie.

comments powered by Disqus