Enologia/ Nogaredo

Vivallis, una cantina delle meraviglie (e ora arriva anche il Trentodoc)

Pronta la nuova sede, con un grande spazio a nove metri sotto terra. Orsi e Baldessari: «Siamo la seconda più grande del Trentino, distribuiamo 14 milioni l’anno ai nostri soci»

di Denise Rocca

NOGAREDO. Un investimento da 25 milioni di euro avviato nel 2008, nel pieno di una crisi economica, che si conclude nel 2021, nel pieno di una crisi sanitaria che sta scatenando un nuovo tsunami economico. La cantina Vivallis, a Nogaredo, va avanti e rema contro corrente: nei momenti difficili ha deciso di investire per la ristrutturazione dell'azienda e il tempo sta dando ragione alla gestione del presidente Adriano Orsi, arrivato nel 2005, e del direttore Mauro Baldessari.

«Oggi distribuiamo mediamente dai 13 ai 14 milioni di euro ai nostri soci - spiega il direttore Baldessari –. Nel 2007 non si arrivava ai 9 milioni. Negli ultimi 15 anni abbiamo praticamente raddoppiato la cantina ampliando di 350 ettari l'area a vitigno. La nostra base soci è coesa, orgogliosa di essere parte di questa cantina e ha appoggiato investimenti e lavori, credo che di strada se ne sia fatta parecchia».

Oggi Vivallis, che ha raccolto l'eredità della Società Agricoltori Vallagarina, ha 934 ettari di vigneto, poco meno di 700 soci, 19 dipendenti fissi ai quali si aggiungono una trentina di stagionali. I lavori di questo ingente investimento sono partiti nel 2008, concentrandosi sul mettere in sicurezza la produzione: al tempo fu demolita quella che era la vecchia pressatura e la raccolta delle uve, si è scavato e realizzato tutto l'interrato. Poi si è fatto il salto dal punto di vista estetico, pensando anche alla promozione, al posizionamento sul mercato, alle esigenze del turismo contemporaneo e si è arrivati in questo 2021 a concludere la parte uffici al primo piano dove c'è anche la “fruttiera” e il piano terra con il negozio e una sala accoglienza ed eventi.

Del passato è rimasto solo il vecchio capannone che ospita i serbatoi. La parte più affascinante, è sottoterra. Si scende, parecchio: si è scavato per nove metri e oggi i locali ospitano la suggestiva sala “legno” con le barrique, le vasche in cemento armato per il vino rosso, la sala refrigerata con i grandi vasconi in acciaio inox.

Un gigantesco mondo sotterraneo destinato ad accogliere i visitatori in tour e degustazioni. In superficie ci sono il punto vendita e la sala accoglienza multimediale che in tempi non pandemici può ospitare fino a 120 persone. «Adesso il punto è partire con la promozione dei nostri prodotti, l'obiettivo è diventare il riferimento della zona di Rovereto - spiega Orsi -. Sa che le dico? Vorrei che fosse la cantina delle donne: perché la cantina non è più il posto dove si va solo a bere, è un posto di socializzazione, aggregazione, cultura e l'elemento femminile è un target per noi importante».

La grande sala che si vede dietro alle vetrate del piano terra è destinata a creare quindi una nuova immagine della Vivallis: «In epoca pre-covid si pensava di creare tanti assembramenti qui - scherza, ma mica troppo, il direttore Baldessari - ovvero avere soci, clienti, eventi, concerti, degustazioni. Questo spazio serve a far conoscere i nostri prodotti, la nostra aspettativa è quella di riaffermare la leadership di questa cantina, che per volumi di primo grado è la seconda cantina del Trentino».

Gli fa eco il presidente Orsi: «In questi anni abbiamo recuperato molto della Sav, aumentato enormemente la qualità dei vini, siamo pronti per fare da riferimento alla città. In questo mondo un po’ depresso, credo che iniziative come questa, di investimento, siano quelle che deve fare un imprenditore, dare un segnale al sistema e alle persone. Abbiamo potuto fare tutto questo grazie ai soci, che sono rimasti al tempo della Sav e sono rientrati poi, ai nostri dipendenti e poi a Cavit che è il nostro consorzio di riferimento al quale conferiamo i tre quarti del prodotto».

Nel futuro c'è anche l'abbinamento con la cultura, in particolare con Depero: già oggi grazie ad un accordo con il Mart alcuni quadri dell'artista vengono usati per packaging ed etichette. E alla fine della pandemia si spera anche di brindare con lo spumante in-house: la casa spumantistica Valentini, la più antica del Trentino fondata a Calliano nel 1899, è infatti proprietà dell'azienda di Nogaredo che sta sviluppando un prodotto dedicato. Proprio ad Arminio Valentini è intitolata una delle nuove sale ricavate dalla ristrutturazione della sede.

 

comments powered by Disqus