Sì all'agricoltura bio, ma non troppo: il Patt sta nel mezzo e chiede di puntare sulla lotta integrata

Investire «su un’ampia campagna informativa che affronti con approccio scientifico il grande valore e gli inevitabili limiti che a livello provinciale possono manifestare l’agricoltura convenzionale e quella biologica». È una delle quattro mozioni sull’agricoltura presentate dal Patt in Consiglio provinciale a Trento. Documenti che prevedono anche di «attivare una campagna di informazione che implementi la consapevolezza nell’utilizzo dei rame in fitoiatria», ma anche di «individuare modalità di promozione del sistema agronomico Trentino con particolare riferimento alle modalità di utilizzo dei fitofarmaci e delle più innovative tecniche utilizzate».
Secondo i consiglieri Paola Demagri, Michele Dallapiccola e Ugo Rossi, «tra i temi da prendere in considerazione per la ripresa dopo la pandemia ci sarà anche quello del futuro del settore agricolo. Ad atavici problemi se ne somma uno nuovo sommerso ma non per questo meno pericoloso: l’infodemia». Posto che, spiegano i consiglieri, «l’eterno dilemma biologico o convenzionale che in Trentino, è bene precisare, non esiste. Da tempo è superato da un avanzatissimo metodo di lotta integrata.
Perché non proseguire allora sulla proposizione di questo stato dell’arte? perché non dare delle ulteriori chances all’agricoltura trentina in questo confuso panorama, infodemico?».

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