Carige, la famiglia Malacalza impugna il commissariamento, Cassa Centrale sulle spine

Malacalza Investimenti alza il tiro nella battaglia su Carige e impugna il commissariamento disposto dalla Bce per la banca ligure il 2 gennaio 2019 e concluso il 31 gennaio 2020 con il ritorno dell’istituto alla gestione ordinaria sotto il controllo del Fondo interbancario (80%), con opzioni di acquisto della trentina Cassa centrale banca (oggi all’8,3%).

Malacalza prima del commissariamento era primo socio Carige al 27,3% e ha presentato a gennaio una richiesta di risarcimento da 480 milioni alla banca, al Fitd e a Ccb sul riassetto del 2019: una eventuale vittoria nel ricorso non potrebbe ovviamente annullare il commissariamento ma sarebbe un importante assist per tale causa e non solo, oltre ad aprire interrogativi sul commissariamento stesso.

Tra le motivazioni del ricorso, Malacalza segnala tra l’altro che l’amministrazione straordinaria «appare manifestamente ultronea e non proporzionata» e che la nomina del presidente e dell’amministratore delegato del precedente cda dichiarato decaduto, Pietro Modiano e Fabio Innocenzi, «appare non rispettosa dell’assenza di conflitto di interessi anche potenziale».

Il ricorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea, viene motivato anche con la violazione dell’obbligo di motivazione in particolare sostenendo che «la scelta della misura di amministrazione straordinaria non è motivata nel rispetto della gradualità delle misure adottabili».

Si citano poi violazioni del testo unico bancario sulle motivazioni per sciogliere gli organi di una banca, l’assenza o carenza di motivazione rispetto all’esistenza di un conflitto di interessi. E si parla infine di «violazione delle norme relative ai diritti dell’azionista».

La finanziaria della famiglia Malacalza aveva portato la Bce al tribunale Ue, dopo ripetute richieste di accesso agli atti per vedere il provvedimento. A giugno di quest’anno il tribunale europeo le aveva dato ragione, ma la banca centrale aveva ottenuto poco dopo una sospensiva. Ricostruendo però la vicenda con la giurisprudenza pubblica non risulta che l’autorità abbia effettivamente consegnato l’atto ai legali Malacalza, ed è possibile che sia emerso nelle more di altri procedimenti giudiziari legati alla vicenda Carige.

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