Consumi, in Trentino calo record: -16% Nel resto d'Italia dati meno pesanti

di Giorgio Lacchin

Un'inchiodata, più che una frenata: nel 2020 in Trentino Alto Adige i consumi pro capite sono diminuiti del 16% rispetto al 2019. Siamo i peggiori d'Italia: a livello nazionale il calo è del 10,9% e la media del Nord è dell'11,7%.

I calcoli sono dell' Ufficio Studi di Confcommercio . «Il quadro complessivo - afferma l'Associazione - appare sconfortante in tutti i territori» e potrebbero servire «almeno 5 anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019».

La pandemia brucerà nel 2020 la bellezza di 116 miliardi di consumi in Italia con una media di 1.900 euro a testa, ma in Trentino la media è di 2.500 euro. «Attenzione, però: il calo dei consumi da parte dei turisti ha il suo peso nel determinare questa cifra», avverte Gianni Bort , presidente di Confcommercio Trentino.

«Il dato del 16% è regionale, non provinciale, ma cambia poco», riprende Bort. «E stiamo attenti a una cosa: le altre regioni a forte vocazione turistica si trovano nella nostra stessa situazione. Guardate il Veneto: cala del 15,1%. Guardate la Val d'Aosta (14,2%) o la stessa Toscana (13,8%). Le regioni ad alta densità turistica sono in vetta a questa classifica, e dando un'occhiata al Sud il discorso non cambia: se in Sicilia la contrazione dei consumi è dell'8,2%, in Sardegna è dell'11%».

In Trentino manca la spesa turistica: parliamo di 130 euro al giorno, a persona. Non è poco. Dunque ci sta che il calo sia del 16%, sospira Gianni Bort. «Altra cosa: il Nord è più industrializzato del Sud e ha avuto un maggior numero di aziende chiuse, con i dipendenti costretti a rimanere a casa. E restare a casa vuol dire meno soldi in tasca...». Al Sud c'è molta agricoltura, terziario pubblico, e la pandemia ha colpito in maniera minore. «Il Meridione, tra l'altro, faceva registrare dei consumi già molto bassi. E negli ultimi 10 anni il suo Pil è sceso del 10%, mentre quello del Nord è salito del 3%».

Nessuno può dire con precisione quanto ci vorrà per tornare ai livelli del 2019. «Non sappiamo neppure come andrà in autunno, anche se sono convinto che andrà bene», afferma il presidente di Confcommercio Trentino. «Certamente il rientro nella norma non sarà semplice. Adesso la gente tende a risparmiare, infatti sta crescendo, e non di poco, il risparmio nelle banche», conclude Bort.

«La ricerca fotografa la situazione che purtroppo stiamo vivendo», commenta Massimo Piffer , vicepresidente vicario di Confcommercio Trentino. «Una situazione determinata anche dalla quasi totale assenza dei consumi degli stranieri, che, in particolare per l'Alto Adige, costituiscono una quota significativa. La sfida, ora, è di recuperare il terreno perduto».

Piffer è convinto che il sistema economico abbia bisogno «di un supporto straordinario da parte dell'ente pubblico: contributi, certamente, ma anche un approccio più moderno e meno asfissiante per quel che riguarda la burocrazia, come ha giustamente sottolineato il presidente nazionale dell'Associazione, Carlo Sangalli. E siamo d'accordo con Sangalli anche per ciò che riguarda il fisco: è ora di lavorare a riforme serie e concrete per ridurre la pressione fiscale a carico delle imprese e dei lavoratori».

Confcommercio nazionale sottolinea che «per tornare a crescere a ritmi più coerenti con le legittime aspettative di famiglie e imprese, rimangono fondamentali le riforme strutturali, da finanziare in parte con i fondi europei».
Con la diminuzione media di 1.900 euro a testa, in Italia i consumi per abitante tornano ai livelli della metà degli anni Novanta: questo, più di ogni altra cosa, dà la misura della crisi.

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