Nel 2018 Pil vicino all'1% I numeri dell'economia trentina

Sarà vicino all’1 per cento l’aumento del Pil nel 2018 nelle due province di Trento e di Bolzano. Lo afferma, sulla base di stime di fonte Prometeia, la Banca d’Italia , che questa mattina ha presentato a Trento il consueto rapporto sulle economie regionali.

L’incremento è lievemente superiore a quello medio nazionale. La dinamica, spiega Bankitalia, è stata sostenuta dalla crescita dei consumi, degli investimenti e della spesa pubblica locale (soprattutto in conto capitale). La domanda estera ha continuato ad aumentare seppur a ritmi inferiori rispetto allo scorso anno.

LE IMPRESE

In provincia di Trento nel 2018 è proseguito il rafforzamento dell’attività industriale, che ha beneficiato del sostegno della domanda sia interna sia estera. Secondo i dati tratti dall’indagine condotta dalla Camera di commercio, il fatturato delle imprese manifatturiere è aumentato di oltre il 5 per cento, su ritmi analoghi a quelli registrati nel 2017.Le esportazioni sono cresciute (6,4 per cento) seppure in rallentamento rispetto all’anno precedente (8,7 per cento), sospinte in misura analoga dai flussi verso l’Unione europea e l’extra UE.

È proseguita la lieve ripresa del settore edile iniziata nel 2017. Nel mercato degli immobili residenziali è aumentato il numero delle transazioni a fronte di una sostanziale invarianza dei prezzi; rispetto alla media italiana in provincia i prezzi al metro quadrato sono più alti del 44,6 per cento.

Nel settore dei servizi la crescita dell’attività è stata sostenuta dal rafforzamento del comparto turistico e dal buon andamento dei servizi commerciali, sia all’ingrosso sia al dettaglio. L’aumento delle presenze turistiche (2,1 per cento) è stato trainato dalla componente italiana. In Trentino la produttività delle imprese dei servizi è lievemente superiore alla media italiana; il differenziale è positivo e ampio nel comparto turistico.

Nel 2018 sono aumentati gli investimenti delle imprese, soprattutto della manifattura e tra le aziende di dimensione maggiore (dati Camera di commercio).

La redditività netta delle imprese si è rafforzata, beneficiando dell’ulteriore riduzione degli oneri finanziari. La quota di aziende che hanno conseguito una redditività almeno soddisfacente ha mostrato un nuovo lieve incremento (oltre l’82 per cento; dati Camera di commercio).
I prestiti bancari al settore produttivo trentino sono cresciuti (1,0 per cento, al netto di alcune operazioni straordinarie), trainati da quelli alle imprese di dimensione maggiore (1,7 per cento) a fronte di un ulteriore calo dei prestiti alle piccole (-1,0 per cento).

Nel 2018 è proseguito il rafforzamento dell’attività economica anche in provincia di Bolzano. L’espansione dell’attività industriale è stata frenata da un minor sostegno della domanda estera connesso con le recenti difficoltà dell’economia tedesca. L’attività del comparto edile, in crescita dal 2015, si è ulteriormente consolidata; nel mercato degli immobili residenziali il numero delle transazioni e i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili. Nel settore dei servizi l’attività è stata sostenuta dal rafforzamento del comparto turistico e dal buon andamento dei servizi commerciali. Anche in Alto Adige le aziende hanno registrato un miglioramento della redditività e un incremento degli investimenti. I prestiti bancari al settore produttivo altoatesino hanno continuato a crescere, trainati da quelli alle imprese medio-grandi; dopo un biennio di stagnazione il credito alle piccole imprese ha mostrato nuovi segnali di crescita.

IL MERCATO DEL LAVORO E LE FAMIGLIE

In provincia di Trento nel 2018 le condizioni del mercato del lavoro si sono ulteriormente rafforzate. Sulla base della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, il numero degli occupati è aumentato dello 0,9 per cento (1,5 in provincia di Bolzano e 0,8 nella media nazionale). Il numero di occupati è superiore ai valori del 2008 ma permangono alcuni margini di capacità lavorativa inutilizzata: la quota di lavoratori part-time che avrebbe preferito un impiego a tempo pieno, pari al 47 per cento, è circa 20 punti sopra il livello del 2009.

Il tasso di occupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni si è portato al 68,2 per cento (73,5 in Alto Adige, 58,5 in Italia). L’aumento del tasso di occupazione è stato più marcato per i lavoratori con meno di 35 anni mentre in Italia ha interessato principalmente i più anziani (55-64anni).

Il tasso di attività è rimasto stabile su valori storicamente elevati (71,7 per cento; 75,7 in provincia di Bolzano e 65,6 in Italia). Il tasso di disoccupazione è calato al 4,8 per cento (2,9 e 10,6 per cento rispettivamente in provincia di Bolzano e in Italia).

Nel 2018 è proseguita la crescita del reddito disponibile e dei consumi delle famiglie, registrando un incremento simile a quello medio italiano (dati Prometeia).

In Trentino i prestiti alle famiglie sono cresciuti in misura più contenuta rispetto all’anno precedente, risentendo del rallentamento dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni. L’espansione del credito alle famiglie altoatesine, invece, ha beneficiato del significativo aumento dei mutui casa.

IL MERCATO DEL CREDITO

Nel 2018 è proseguito il processo di razionalizzazione del sistema bancario provinciale: in Trentino a dicembre erano insediate 55 banche, 4 in meno rispetto all’anno precedente; le recenti operazioni di aggregazione hanno portato a 20 il numero di banche di credito cooperativo (da 25 a fine 2017). La rete distributiva si è ulteriormente ridotta a 420 sportelli (17 in meno rispetto al 2017).

Al netto degli effetti di un numero limitato di operazioni di rimborso di importo rilevante il credito bancario al settore privato non finanziario è cresciuto dell’1,2 per cento, in rallentamento rispetto a dicembre 2017. Tale andamento riflette la contrazione delle richieste di prestiti da parte delle imprese e l’indebolimento della domanda di finanziamento da parte delle famiglie.

La qualità del credito è ulteriormente migliorata. A dicembre 2018 il tasso di deterioramento si è ridotto all’1,1 per cento; al lordo delle rettifiche di valore lo stock di prestiti bancari deteriorati è calato al 12,0 per cento dei prestiti totali (l’incidenza delle sofferenze al 5,9), anche a seguito di operazioni di cessione.

I depositi bancari delle famiglie e delle imprese trentine sono cresciuti del 3,2 per cento, in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. Il rallentamento è stato determinato dalla dinamica della liquidità detenuta dalle imprese in conto corrente che è divenuta negativa nel corso del 2018, anche in connessione con l’aumento dell’attività di investimento.

In provincia di Bolzano i finanziamenti bancari al settore privato non finanziario sono ulteriormente cresciuti (4,9 per cento), in linea con il favorevole quadro congiunturale e con il rafforzamento delle richieste di finanziamento del settore produttivo, specialmente per investimenti. La qualità del credito, già elevata, ha registrato un ulteriore leggero miglioramento.

I MUTAMENTI NEL MERCATO DEL CREDITO TRA IL 2013 E IL 2017

Dal 2013 la struttura del sistema creditizio provinciale è stata interessata da importanti mutamenti. Gli intermediari con sede fuori regione hanno guadagnato quote di mercato soprattutto nei confronti delle famiglie e delle imprese di maggiori dimensioni.

In Alto Adige, il ridimensionamento del peso degli intermediari locali è stato complessivamente più limitato, soprattutto grazie alla dinamica positiva delle Casse Raiffeisen, permettendo al sistema bancario altoatesino di continuare a caratterizzarsi per un elevato localismo.

La struttura del sistema bancario. – In Trentino nel periodo 2013-17 il numero delle banche locali (BCC e le altre banche regionali operanti in provincia) è sensibilmente diminuito. Il calo delle BCC è dovuto a un elevato numero di fusioni tra banche della stessa categoria; la diminuzione nel numero di altre banche regionali è dipesa soprattutto da operazioni di incorporazione in gruppi nazionali. La quota di mercato delle BCC trentine (inclusa Cassa Centrale Banca) nei confronti del settore privato non finanziario ha segnato un calo di quasi dieci punti percentuali (al 47,0 per cento nel 2017). La flessione è stata particolarmente marcata tra le imprese medio-grandi che, nel periodo pre-crisi, avevano contribuito in misura rilevante all’espansione del sistema cooperativo.

Il rischio di credito

Nell’ultimo decennio la percentuale dei crediti in sofferenza sul totale dei prestiti è progressivamente aumentata raggiungendo valori massimi pari al 12 per cento nel 2016. La crescita economica dell’ultimo quinquennio, la maggiore selettività degli intermediari nell’erogazione del credito e alcune rilevanti operazioni di cessione di crediti deteriorati hanno comportato negli anni successivi un forte calo dell’incidenza delle sofferenze.

Le BCC hanno registrato un aumento significativo dei crediti deteriorati, soprattutto nei confronti delle imprese medio-grandi; il peggioramento della qualità del credito verso le aziende maggiori è invece risultato meno marcato per le banche extra-regionali. è. Nell’ultimo decennio in provincia di Trento le banche locali sono risultate inoltre sistematicamente più esposte nei confronti della clientela più rischiosa nel confronto con gli altri operatori nazionali.

LA FINANZA PUBBLICA DECENTRATA

Nel 2018 la spesa primaria degli enti territoriali della provincia di Trento ha registrato un netto aumento (7,7 per cento), sospinto dalla crescita della spesa in conto capitale (22,7 per cento) che aveva subito una rilevante riduzione negli anni passati; alla ripresa della spesa in conto capitale ha contribuito prevalentemente il venire meno dei vincoli del patto di stabilità. Le entrate sono aumentate dell’1,9 per cento.
All’inizio del 2018 le amministrazioni locali trentine evidenziavano un disavanzo di bilancio attribuibile alla Provincia autonoma; tale disavanzo era pari a 221 euro per abitante, un valore nettamente più basso rispetto alla media delle regioni a statuto speciale (1.130 euro). Tutti i comuni trentini registravano invece un avanzo di bilancio che era pari, complessivamente, a 296 euro pro capite. Il debito degli enti locali è diminuito nel corso dell’anno del 17,7 per cento.

 

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