Trentino sempre più frizzante Trento Doc: fatturato più 7%

di Francesco Terreri

Un Trentino frizzante si presenta al Vinitaly con 9 milioni 300 mila bottiglie di spumante Trentodoc vendute nel 2018, in aumento del 3% sul 2017, e 107 milioni di euro di fatturato, con un balzo del 7% rispetto all’anno precedente. Due terzi circa del giro d’affari delle bollicine, pari a 72 milioni di euro, fanno capo alle Cantine Ferrari, che crescono dell’1,5%. Ma sono in espansione tutte le 52 case spumantistiche trentine. Lo spumante metodo classico trentino vale circa un terzo della produzione vinicola della provincia, che l’anno scorso si è attestata a 1 milione 242 mila ettolitri, il 15% in più del 2017, per un valore fra i 300 e i 350 milioni di euro.

«Ma la crescita a volume del Trentodoc è stata limitata dalla disponibilità di prodotto. Ferrari e anche altri produttori a ottobre-novembre avevano finito le giacenze» sostiene Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trento Doc oltre che direttore generale di Cavit. «Non avevamo disponibilità addizionale di prodotto, abbiamo dovuto chiudere prima le vendite» conferma il presidente di Ferrari Matteo Lunelli. Insomma la domanda di Trentodoc, dall’Italia all’Europa, dagli aperitivi alla gastronomia, supera l’offerta e fa delle bollicine la punta di diamante del distretto vinicolo trentino.

«Crescono in particolare le vendite di millesimati e del rosé, che in volume ha registrato un +6,5% - spiega Zanoni - Per quanto riguarda i mercati, l’Italia è in leggera crescita, con +2,5-3%, l’Europa vede la migliore performance con un aumento del 7%, mentre il resto del mondo è stabile». Complessivamente l’estero pesa per circa un quinto sulle vendite di Trentodoc. Sull’export però si addensa più di una nube. «C’è un rallentamento. Pesano i timori della Brexit, mentre negli Stati Uniti va soprattutto il Prosecco ma anche lì c’è qualche segnale di frenata».

«Le nostre vendite in Italia hanno retto bene - afferma dal canto suo Lunelli - mentre l’anno scorso è stato leggermente premiato l’estero, dove però il prezzo è inferiore. Il nostro export, che è ancora sotto il 20% del fatturato, è cresciuto tra il 2 e il 3%». Da qualche anno il gruppo Lunelli è presente anche nel Prosecco, precisamente nel Prosecco superiore Docg, con la storica cantina veneta Bisol, circa 20 milioni di fatturato. «All’opposto di Ferrari, Bisol esporta il 70% della produzione - puntualizza Lunelli - L’anno scorso c’è stato un problema col distributore britannico, poi acquisito, anche se il calo è stato compensato dalla crescita Usa. Ma la preoccupazione per la Brexit rimane».

Sui limiti all’offerta, il presidente di Cantine Ferrari ha la sua tesi. «Dobbiamo potenziare la crescita ma non solo in quantità. Il Trentodoc è un vino di eccellenza, con un posizionamento di prestigio, conta anche la rarità. Non possiamo vincere sulla quantità ma solo sulla qualità». Comunque il gruppo Lunelli un occhio a nuovi terreni da coltivare lo sta dando. «I 13 ettari di Alto Margon a 700 metri di altezza sono in produzione piena». In tutto Ferrari ha 120 ettari di proprietà più il prodotto conferito da 600 piccoli coltivatori. «Stiamo guardando per il futuro nuove zone in tutto il Trentino - dice Lunelli - Il riscaldamento climatico consente di piantare la vite dove non c’era, sopra i 500 metri».

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