Apple vola in Borsa Crollo per Snapchat

Apple mostra i muscoli e annuncia un piano di buyback da 100 miliardi di dollari forte di ricavi e di un utile in aumento nonostante la debole crescita dell’iPhone. Cupertino presenta conti sopra le attese e vola in Borsa, arrivando a guadagnare oltre il 4,5%. Una corsa alla quale di contrappone il crollo di Snap: la società a cui fa capo l’app di messaggini che spariscono crolla a Wall Street, perdendo fino al 21% e scendendo ai suoi minimi storici.

A pesare su Snapchat è una trimestrale deludente. Nonostante l’aumento dei ricavi del 54% a 230,7 milioni di dollari e perdite in calo a 385,8 milioni, Snapchat alza il velo su conti decisamente sotto le attese, soprattutto sul fronte del numero di utenti giornalieri: nei primi tre mesi ne ha aggiunti 4 milioni, decisamente meno dei sette attesi dagli analisti. Il nuovo look dell’app non ha riscosso il successo sperato: «abbiamo ancora molto lavoro da fare per ottimizzare il nuovo design» ammette l’amministratore delegato di Evan Spiegel.

E che il nuovo look non piacesse era già evidente da tempo: nelle prime settimane che ne hanno seguito il lancio è stata avviata una petizione per chiedere a Snapchat di tornare suoi suoi passi. Una petizione con la quale sono stati raccolti 1,2 milioni di firme. A «schiacciare» Snap è soprattutto il confronto con gli altri colossi hi tech: l’app - secondo le stime di eMarketer - conquisterà quest’anno lo 0,7% del mercato della pubblicità digitale contro il 48,9% di Facebook e Google.

I conti deludenti di Snap si contrappongono anche al successo di Apple. Dopo settimane di pressione e dubbi, Cupertino supera le attese e stempera anche i timori sull’iPhone. Nel secondo trimestre dell’esercizio fiscale, i ricavi sono saliti del 16% a 61,1 miliardi di dollari, sopra i 60,9 miliardi di dollari attesi dagli analisti. I ricavi dall’iPhone sono aumentati del 14% a 38 miliardi di dollari, nonostante l’aumento modesto del 3% delle vendite del dispositivo.

«L’iPhone X è un successo» ha detto l’amministratore delegato Tim Cook. Oltre ai dati sopra le attese, la ciliegina sulla torta per gli investitori è stato il nuovo piano di buyback e l’aumento del 16% del dividendo.

Annunci questi che però hanno anche sollevato critiche: il maxi programma di acquisto di azioni proprie di Cupertino, così come quello deciso da molti altri colossi americani, è legato alla riforma delle tasse di Donald Trump. I fondi per i buyback - è la critica - sottraggono risorse alle assunzioni e agli investimenti, mostrando come il piano di Trump sia a esclusivo vantaggio delle aziende e dei loro azionisti.

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