Le Famiglie coop tagliano i lavoratori stagionali Sait, allarme magazzino. In arrivo la protesta

di Francesco Terreri

Nei primi otto mesi di quest’anno il fatturato delle 73 Famiglie cooperative, le 67 aderenti a Sait e le 6 aderenti a Dao, è cresciuto dell’1,7%. Un segnale di ripresa anche se non esaltante. Altra musica se si considerano le 14 Famiglie coop delle zone turistiche, quelle che chiudono i bilanci il 30 settembre o il 31 ottobre.

Qui gli aumenti delle vendite viaggiano sul 4-5% fino all’11%. Questo però non consente di ipotizzare che siano le Famiglie ad assorbire una parte dei 116 licenziati del consorzio Sait. Per contenere i costi, infatti, le coop hanno drasticamente ridotto i lavoratori stagionali, circa 200, e non hanno confermato gli addetti a termine. I 1.600 dipendenti stabili, invece, lavorano di più e anche così si mantengono a fatica.

I sindacati si preparano al confronto, che si annuncia difficile, col Sait sui 116 licenziamenti ufficializzati la scorsa settimana. Venerdì è in programma il primo incontro della procedura di mobilità e nella stessa giornata Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno convocato l’assemblea dei lavoratori. «Valuteremo le azioni di lotta dopo l’assemblea con i dipendenti - dice il segretario Fisascat Lamberto Avanzo - ma sono molto probabili, i licenziamenti non sono scesi di molto».

Avanzo ritiene che si debba esplorare la strada delle ricollocazioni nelle Famiglie cooperative, ma ammette: «Hanno ridotto gli stagionali, in qualche caso da 20 a 5, e non confermano i tempi determinati. Gli spazi sono pochi».

La Filcams Cgil invece è già sul piede di guerra. «Parleremo con i  delegati per decidere i prossimi passaggi - afferma il segretario Roland Caramelle - Poi decideremo cosa fare con i lavoratori e non escludiamo una risposta forte e decisa. Ci aspettiamo che la politica chiami le parti al tavolo per quell’operazione verità che abbiamo chiesto».

Al centro dell’allarme della Filcams ci sono in primo luogo le esternalizzazioni, che riguardano soprattutto il magazzino Sait. Proprio il reparto che vede 71 licenziati su 197 lavoratori, più di un terzo. «Questo conferma i nostri timori - prosegue Caramelle - Anzi, neanche i lavoratori che rimangono possono stare tranquilli. Temiano un trasferimento dell’intero ramo d’azienda: è la sostituzione di lavoratori con altri che costano meno, una politica di sfruttamento».

Intanto la Cooperazione si è fatta avanti per aiutare chi sarà licenziato a ricollocarsi. «Non entriamo nel merito delle scelte industriali di Sait - precisa il direttore di Federcoop Alessandro Ceschi - Ci attiviamo per cercare soluzioni all’interno del movimento cooperativo, ma per farlo dobbiamo sapere di quali profili e di quali professionalità stiamo parlando».

Ma è possibile ricollocare una parte degli esuberi nella stessa cooperazione di consumo? I superstore (45 milioni di euro di fatturato 2016 e 235 dipendenti) sono impegnati nella ristrutturazione dei negozi, la previsione è che mantengano l’occupazione ma non la aumentino. Le Famiglie coop (332 milioni di fatturato 2016 e 1.600 dipendenti fissi) vedono in otto mesi un aumento delle vendite dell’1,7%, spiega Giuseppe Fedrizzi, tuttora alla guida dell’ufficio consumo della Federazione. «Gli incrementi sono maggiori per le zone turistiche: Cavalese +4,5%, Val di Non +11% con un punto vendita in più, Moena +2%, Ledro +4%. Il mese migliore è stato giugno, a luglio e agosto sono stati confermati i buoni risultati dell’anno scorso. Ma l’estate non ha cambiato lo status complessivo delle cooperative».

«Le Famiglie coop sono alle prese con una riorganizzazione complessiva - sottolinea Marina Mattarei, presidente della Famiglia Vallate Solandre - Non condivido certi giudizi superficiali come quello dell’assessore Alessandro Olivi che ha paragonato Sait ad una multinazionale. La scelta è dolorosa ma l’impegno a riorganizzarci in maniera moderna è di tutta la cooperazione di consumo. Noi registriamo un aumento delle vendite ma facciamo di più col personale che abbiamo, dobbiamo aumentare la produttività. Già così mantenere i posti di lavoro è sfidante».

Le Famiglie passate a Dao, dal canto loro, segnalano il mutamento di rotta. «Quest’anno aumentiamo il fatturato dell’1% in valore ma dell’8% in volume - spiega il presidente della Famiglia di Carisolo Modesto Povinelli - Abbiamo cioè scontato i prezzi ai soci di oltre il 5%. Il margine lo teniamo, ma con Dao avremo premi molto più elevati, del 7-9% rispetto all’1 e qualcosa del Sait». E ci sono trattative in corso per la Famiglia coop di Cavedine, ancora in bilico tra le due centrali cooperative.

comments powered by Disqus