Rurali, verso il gruppo autonomo «Inutile fare le cose in fretta»

Credito cooperativo: parla Giorgio Fracalossi, presidente della Ccb

All’assemblea di Federcasse del 25 novembre (venerdì prossimo), Cassa centrale banca ribadirà la strada dei due gruppi di Bcc in Italia. Uno sarà quello della capogruppo trentina, l’altro quello della romana Iccrea.

«Il nostro progetto - spiega il presidente della Ccb, Giorgio Fracalossi - era pronto per funzionare con poco più di 70 casse rurali e adesso siamo a 100. A chiederci di creare questo gruppo sono state le rurali stesse, dal basso, non noi a proporlo a loro. Così ci siamo messi al lavoro e adesso stiamo raccogliendo le loro adesioni. Arrivare al miliardo di euro necessario a costituire il gruppo non è quindi certo un problema».

È infatti verso la fine la serie di tappe che la Ccb ha compiuto nelle altre regioni italiane per fare il punto coi potenziali soci e le adesioni continuano ad arrivare, così come d’altra parte le lettere del presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, a lanciare l’appello all’unità, a un gruppo unico.

«Il punto - chiarisce Fracalossi - è che per creare un gruppo unico abbiamo fatto incontri per un anno e mezzo e non ci siamo arrivati. Inutile tentare all’ultimo, in fretta e furia, quando invece è ormai il momento di verificare le ultime adesioni e partire col lavoro concreto sulle norme di attuazione che sono state emanate dalla Banca d’Italia».

Decisioni tutte già prese, dunque, quelle sul gruppo da creare, tranne qualche dettaglio, mentre si lavora ormai al concreto della creazione del gruppo, con le scadenze alle porte nel 2017.

«I nostri soci - aggiunge Fracalossi - sono i primi a essere convinti che non si tratti di una volontà di chiudersi in Trentino, ma anzi di mantenere saldi valori che sono condivisi dal Piemonte alla Puglia, così come dal Friuli Venezia Giulia e alla Sicilia, nell’attenzione al territorio e alle realtà locali. Avere inoltre il contributo della Dz Bank, che è tra i soci stessi della Ccb e ha sede a Francoforte, è certamente un punto di forza in questo momento. La solidità non sarà certo un problema».

Il lavoro quindi è quello di continuare a inviare via via il progetto ai nuovi soci, raccogliere le loro adesioni, in attesa di chiudere questa partita e passare alla proposta di aumento di capitale.

«Una proposta - dice Fracalossi - a cui gli attuali soci della Ccb sono pronti anche a rinunciarvi in parte, quindi eventualmente a rinunciare alla maggioranza, proprio per permettere l’ingresso nel gruppo dei nuovi aderenti. Abbiamo intenzione di continuare a guardare al territorio, com’è nella natura delle casse rurali, e per questo nel progetto ci sono anche alcune banche piccole, che lasciate sole andrebbero in difficoltà».

«Altro punto di forza - conclude Fracalossi - è la consapevolezza di avere la squadra pronta per svolgere pienamente il ruolo di capogruppo con meno di 900 dipendenti, molto meno della metà dei collaboratori di Iccrea».



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