Fiom, Cgil: piano Leonardo contro i diritti dei lavoratori

«Il famigerato Piano Moretti (dal nome dell'amministratore delegato Mauro Moretti, nella foto) per rilanciare Leonardo ex Finmeccanica non fa altro che seguire la solita strada che per essere essere più competitivi passa dall’abbattimento dei diritti e dell’occupazione. Ma è un piano che in Puglia mette a rischio oltre duemila posti di lavoro tra Brindisi e Grottaglie nelle aziende dell’indotto».

È l’allarme che lancia il segretario generale della Fiom Cgil Puglia, Giuseppe Cillis, per il quale «serve un intervento del Governo nazionale che ricapitalizzi l’azienda».

«È assurdo - osserva in una nota - che oggi a pagare siano imprese e lavoratori per un sistema che Alenia e Finmeccanica hanno messo in piedi negli anni addietro».

Il segretario della Fiom regionale si riferisce al nuovo regolamento che impone alle imprese impegnate nell’indotto Leonardo di avere lavori con altri committenti «quando - spiega Cillis - in passato era Alenia e imporre monocommittenza, anche con affidamenti diretti».

Trenta le aziende tra Brindisi e Grottaglie che se entro il 31 dicembre prossimo non risponderanno ai nuovi requisiti richiesti dall’amministratore delegato Moretti non potranno più vivere delle commesse di Leonardo».

A giugno scorso, conclude il segretario della categoria dei metalmeccanici pugliesi, «abbiamo presentato uno studio sul settore nella nostra regione, sottolineando i pericoli che derivavano dalle scelte del nuovo management. Crediamo che la competitività sui costi non debba ricadere sui lavoratori e che in caso di cambi di appalto si diano vita a quelle clausole di salvaguardia richiamate nell’accordo sottoscritto a febbraio 2016».

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