Domani anche in trentino scatta lo sciopero generale

Sarà sciopero generale anche a Trento, domani, venerdì 12 dicembre.

L'iniziativa, dal titolo «Così non va!», proclamata da Cgil e Uil porterà al blocco di tutte le categorie di lavoro, esclusi i trasporti pubblici che hanno proclamato uno sciopero per il 16 dicembre.
«Il governo - spiegano i segretari generali di Cgil e Uil Paolo Burli e Walter Alotti - deve cambiare le politiche sul lavoro. Il Jobs Act e la legge di stabilità non prevedono misure che possano rilanciare realmente l'economia del nostro Paese».
La macchina organizzativa dei sindacati si è già messa in moto da diversi giorni per mobilitare i lavoratori. Sono ben nove i pullman organizzati sul territorio e che riguardano Rovereto, Riva, Arco, Cles, Mezzolombardo, Borgo, Pergine, Storo e Tione. I lavoratori arriveranno a Trento e manifesteranno lungo le strade del centro storico.

Il concentramento è previsto alle 9 in via Verdi. Il corteo proseguirà poi per via Rosmini, via Giusti, via Perini ed infine in corso 3 Novembre dove si raggiungerà il Commissariato del governo per un comizio conclusivo e la partecipazione di alcuni esponenti sindacali nazionali.
Nessun pronostico sui numeri dell'adesione allo sciopero ma sta di fatto che l'impegno è molto forte e il momento altrettanto critico.

«Questo sciopero - spiega il segretario Uil Walter Alotti - arriva al termine di un percorso di iniziative di categoria fatto in questi ultimi mesi. Lo sciopero generale è l'ultima arma usata rispetto alla risposta che un sindacato può dare. Sappiamo che è un sacrificio per tutti i lavoratori per la perdita di un giorno lavorativo e che comporterà qualche disagio per i cittadini. Non sarà uno sciopero di protesta ma di proposta perché in questo momento ci troviamo davanti ad un governo che dimostra di non rispettare più il sindacato ed è chiuso sulle proprie posizioni rispetto temi come le contrattazioni e il Jobs Act».

Per i sindacati il governo sta proseguendo una strada che non ha fino ad oggi prodotto alcun risultato: nessun contrasto alla crisi economica e tanto meno alcun sostegno all'economia reale. Fino ad oggi, continuano i due sindacati, le politiche economiche portate avanti hanno peggiorato le condizioni di vita e «serve cambiare strada cancellando l'iniquità della legge Fornero e il superamento dei contratti più «precarizzanti»».

«Siamo al settimo anno di crisi - spiega il segretario della Cgil Paolo Burli - e i problemi che già avevamo si sono moltiplicati. Sul lavoro il governo è fermo ma anche l'austerity sta mettendo tutti i settori in crisi. Speravamo che con il semestre europeo dell'Italia si potesse muovere qualcosa ma così non è stato».

Anche in Trentino, spiegano i sindacati, la situazione non è del tutto diversa da quella nazionale.
«Servono maggiori investimenti - chiarisce Paolo Burli - per rilanciare la nostra economica e il lavoro. Nel 2015 il Pil dell'Italia sarà nuovamente negativo e per risollevarci serve una politica di investimenti pubblici e privati».
Per Paolo Burli e Walter Alotti la legge di stabilità nazionale «non dà le necessarie garanzie e a Roma dovrebbero prendere come modello le politiche del lavoro costruite in Trentino con sostegni al reddito e ammortizzatori sociali forti».

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