Grandine in Val di Non

Ammontano a circa 8 milioni i danni causati alla frutticoltura nonesa dalla forte grandinata della scorsa settimana. «Una quantificazione approssimativa, ma non non ci si discosterà molto», spiega il presidente di Codipra,  Giorgio Gaiardelli 

di Guido Smadelli

18631brand_7209814.jpgVAL DI NON - Ammontano a circa 8 milioni i danni causati alla frutticoltura nonesa dalla forte grandinata della scorsa settimana. «Una quantificazione approssimativa, ma non non ci si discosterà molto», spiega il presidente di Codipra,  Giorgio Gaiardelli . «Abbiamo 300 ettari di meleti dove il danno è stato molto consistente, altri 350 ettari dove il danno può essere definito medio. Non ci vuole molto, a fare i conti». I guai peggiori la furiosa grandinata, abbattutasi sulla valle di Non nel tardo pomeriggio di mercoledì 11 scorso, li ha causati a Cloz, dove addirittura le mele in certi frutteti sono state spappolate, a Sanzeno, a Pavillo e dintorni. Ma l'area dove dei chicchi sono scesi è ben più vasta. «Dalle verifice effettuate, è grandinato su un'area di circa 1.500 ettari», conferma il presidente di Melinda,  Michele Odorizzi .

 

«Quantificare con precisione un danno ora è difficile, perché abbiamo zone dove è caduto qualche chicco, altre battute pesantemente. Ma anche in queste ci sono delle differenze», sottolinea Odorizzi. Addirittura si possono avere variazioni enormi sullo stesso albero: dove c'erano forti raffiche di vento una «parete» della pianta è flagellata, sul lato opposto le mele sono state solo sfiorate. «Una quantificazione esatta non è facile farla. Mentre è facile dire che si tratta di alcuni milioni di euro». Il conto è presto fatto: 1.500 ettari, con produzione ad ettaro di 50 tonnellate di mele, quindi 75.000 tonnellate potenziali. Anche ammettendo un danno medio del 20%, cioè stando bassi, si tratta di 15 mila tonnellate di prodotto, che anziché diventare di «prima» sarà commercializzato nel migliore dei casi come «di seconda», cioè pagato la metà al produttore, mentre molto andrà all'industria. Stando su un valore di circa 50 centesimi al chilo, si giunge ad una perdita di 7,5 milioni di euro.


Le valutazioni di Gaiardelli e Odorizzi sono in linea; anche se partono da presupposti diversi. Il primo parla di danno che sarà pagato dalle polizze assicurative o, nel caso in cui sia «colpito» meno del 30% dell'area della singola azienda, dal fondo mutualistico di Codipra (poi entrano in ballo la franchigia ed altri aspetti). Odorizzi di prodotto commerciabile, dato che uno dei compiti di Melinda è venderlo e garantire reddito ai soci.

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