Giovani meno disoccupati se hanno una laurea

Conviene ancora laurearsi. Almeno a guardare i risultati dell’ultima rilevazione Almalaurea e alla luce dei recenti dati Istat secondo cui la disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, ha superato il 40%

ROMA - Conviene ancora laurearsi. Almeno a guardare i risultati dell’ultima rilevazione Almalaurea e alla luce dei recenti dati Istat secondo cui la disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, ha superato il 40%.
Per i laureati la situazione pare meno critica; studiare rappresenta tuttora un antidoto alla disoccupazione, anche se meno efficace che in passato.
Secondo l’indagine del Consorzio universitario i neolaureati, che tra i laureati sono quelli che più subiscono gli effetti della crisi, fanno segnare a un anno dal titolo, un tasso di disoccupazione leggermente superiore al 20%. Certo, rispetto alle precedenti rilevazioni l’area della disoccupazione risulta ampliata: è di fatto raddoppiata in 4 anni. E le differenze diventano rilevanti se si scende nel dettaglio e si distingue in base al gruppo disciplinare, al genere e al territorio.
Un quadro allarmante certamente, ma tra i diplomati della stessa fascia di età, nello stesso periodo, la disoccupazione è cresciuta assai di più.
Non solo. Con il trascorrere del tempo, la situazione migliora decisamente, tanto che per i laureati intervistati da AlmaLaurea a cinque anni dal titolo (sia triennale, sia laurea specialistica o specialistica a ciclo unico) il tasso di disoccupazione si riduce a valori «fisiologici» (6%).
Nell’intero arco della vita lavorativa, i laureati presentano un tasso di occupazione di 13 punti maggiore rispetto ai diplomati (77% contro 64%). E secondo le rilevazioni Ocse, anche la retribuzione premia i titoli di studio superiori: fra i 25-64enni risulta più elevata del 50% rispetto a quella percepita dai diplomati.
Il percorso di studi preuniversitari risulta in Italia uno dei più lunghi d’Europa e ciò comporta per i giovani del nostro Paese - osserva Almalaurea - un ingresso all’università in età più avanzata e, di conseguenza, un inserimento nel mercato del lavoro anch’esso posticipato. L’età alla laurea per il complesso degli oltre 226mila laureati usciti nel 2012 dai 64 Atenei AlmaLaurea è pari a circa 27 anni e diviene prossima ai 28 anni per i laureati magistrali/specialistici. L’età al conseguimento del diploma secondario superiore è, invece, di poco superiore ai 19 anni.
Scendendo nel dettaglio, tra i neolaureati specialistici biennali, a un anno dal titolo, la disoccupazione supera il 30% nel gruppo psicologico, seguito a breve distanza dai laureati dei gruppi giuridico e letterario. Più avvantaggiati, sotto questo profilo, i laureati dei gruppi chimico-farmaceutico, ingegneria e scientifico, per i quali l’area della disoccupazione è prossima al 10%. Meglio di loro i laureati delle professioni sanitarie: disoccupazione ferma al 6%.
Tra uno e cinque anni il quadro migliora ovunque, nessuno escluso: i laureati del gruppo letterario, quelli peggio collocati sotto questo punto di vista, evidenziano un tasso di disoccupazione che comunque non raggiunge il 13%.
Tra donne e uomini, così come tra Nord e Sud, le differenze in termini di opportunità lavorative si fanno tuttavia sentire.
A cinque anni dalla laurea, il tasso di disoccupazione risulta sensibilmente più elevato tra le donne (7% contro 4% degli uomini) e si conferma in molti dei percorsi disciplinari. L’area della disoccupazione, sempre a cinque anni, si attesta al 4% tra i residenti al Nord, 6 punti percentuali in meno rispetto al Meridione (10%).

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