Trento

"Panta rei", in mostra oggetti che raccontano le vite dei migranti lungo la rotta balcanica

L'esposizione, particolarmente toccante, è allestita nei locali dell'ex Atesina in via Pranzelores, a cura di Anna Clementi e Diego Saccora per l'associazione "Lungo la rotta balcanica": un percorso labirintico e precario, nel quale sono mostrati gli oggetti abbandonati dai profughi durante il loro viaggio verso l'Europa, specialmente nei luoghi di ingresso più pericolosi, come il confine tra Turchia e Bulgaria, l'isola di Lesbo in Grecia e il confine tra Croazia e Bosnia

di Fabio Peterlongo

TRENTO - Aperta da lunedì alle visite dei gruppi scolastici la mostra "Panta rei - Vite migranti lungo la rotta balcanica", nei locali dell'ex Atesina in via Pranzelores. La mostra, curata da Anna Clementi e Diego Saccora (foto) per l'associazione "Lungo la rotta balcanica", conduce all'interno di un percorso labirintico e precario, nel quale sono mostrati gli oggetti abbandonati dai migranti durante il loro viaggio verso l'Europa, specialmente nei luoghi di ingresso più pericolosi, come il confine tra Turchia e Bulgaria, l'isola di Lesbo in Grecia e il confine tra Croazia e Bosnia. 

Salvagenti giocattolo usati per salvare la vita dei bambini, cellulari presi a manganellate, blisters di farmaci, una bambola ritrovata al confine greco-albanese, occhiali rotti, oggetti sacri (c'è una Bibbia in persiano, un rosario musulmano), sacchi a pelo: questi oggetti cercano di restituire ai migranti ignoti la loro umanità, la loro essenza di persone in fuga alla ricerca di una possibilità di sopravvivenza. 

C'è persino una tenda da campeggio, cosparsa di fogli di polietilene e alluminio, usati in emergenza per proteggersi dall'ipotermia. 

«Proponiamo la mostra dal 2019 quando io e Diego ci eravamo trovati al confine tra Bosnia e Croazia, - ha indicato Anna Clementi - I migranti attraversano la rotta balcanica nella speranza di arrivare in Europa, ma si trovano bloccati al confine. Tentano di attraversare i boschi, facendo silenzio e rendendosi invisibili, ma i boschi restituiscono questi oggetti».

Anna ha descritto la reazione degli studenti di fronte alla scoperta di questi oggetti: «La mostra si apre con una serie di pannelli informativi, ma ben presto si arriva al cospetto degli oggetti che portano a una reazione emotiva. Essa è particolarmente forte nelle classi "miste" tra italiani e stranieri dove ci sono studenti con vicende familiari di migrazione.

I ragazzi sono molto colpiti dagli oggetti e spesso raccontano storie familiari che non avevano mai raccontato, nemmeno ai loro insegnanti. Rimane il problema di scaturire la stessa consapevolezza nelle classi liceali dove c'è meno familiarità con queste vicende».

La mostra "Panta rei" è in continua evoluzione: «Aggiungiamo sempre nuovi oggetti e lo stesso allestimento porta anche in noi una grande emozione. Mi colpisce particolarmente un salvagente per bambini ritrovato all'isola di Lesbo: non è pensato come un salvagente realmente efficiente, è un semplice giocattolo, ma qualcuno deve avergli affidato una vita», indica Anna. 

La mostra è organizzata da Arci del Trentino, con il sostegno dell'8×1000 della Chiesa Valdese, è visitabile fino a venerdì 16 maggio, dalle 9 alle 13 e 30 e dalle 15 e 30 alle 19, il sabato e la domenica dalle 16 e 30 alle 19. L'evento di chiusura sarà venerdì 16 maggio dalle 18. La cittadinanza è invitata e i gruppi che intendono prenotarsi lo possono fare scrivendo a comitato@arcideltrentino.it. La mostra è consigliata per le classi comprese tra la quinta elementare e la quinta superiore.

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