«Barzellette»: l’ironia pop di Ascanio Celestini in scena a Zambana Vecchia
La nuova avventura del noto attore e regista romano, con le musiche dal vivo di Gianluca Casadei, aprirà questa sera, martedì 6 giugno, alle 21.30 la trentatreesima edizione della rassegna "Solstizio d’Estate"
TRENTO. Non tutte le storielle sono per tutti e per ogni luogo, ma ogni luogo può accogliere molte storielle e ogni persona può ascoltarne tantissime; perciò l’idea che sta alla base di questo spettacolo è che possa essere rappresentato ovunque e per qualsiasi spettatore.
Lo show in questione è “Barzellette” la nuova avventura di Ascanio Celestini con le musiche eseguite dal vivo di Gianluca Casadei che aprirà questa sera, 6 giugno, alle 21.30 nella Chiesa dei S. Filippo e Giacomo di Zambana Vecchia, la XXXIII edizione di Solstizio d’Estate.
Per Ascanio Celestini: «Le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo.
E poi la loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore. Non c’è uno Shakespeare delle storielle. Chi le racconta si prende la responsabilità di riscriverle in quel preciso momento. Ma anche l’ascoltatore diventa implicitamente un autore. Appena ascoltata, può a sua volta diventare un raccontatore e dunque un nuovo autore che la cambia, reinterpreta e improvvisa».
Lo spettacolo avrà una storia di base che verrà usata come cornice, ma ogni volta le singole storie cambieranno per salvaguardare la modalità improvvisativa. Infatti il narratore ha un proprio repertorio, ma non lo riproduce mai per intero, né tantomeno con la stessa sequenza. Il testo di riferimento sarà un corpus di oltre duecento storie.
Un grande contenitore che non viene mai mostrato per intero, ma sempre per frammenti: quelli utili alla narrazione di quella singola replica.
«Le barzellette - sottolinea l’autore - hanno attraversato il mondo e le culture vestendosi dell’abito locale, ma portando con sè elementi pescati ovunque.
La stessa struttura di una storiella sarda che racconta la lite tra vicini la ritroviamo in una barzelletta cecoslovacca sull’invasione russa del ‘68. I carabinieri italiani in Francia diventano belgi. I tirchi sono scozzesi o genovesi e, un po’ ovunque, ebrei».
E ancora: «Le barzellette sugli afroamericani quando arrivano in Italia finiscono sul corpo degli zingari. Se ne racconti solo un paio rischi di fare il gioco dei razzisti. Ma se ne metti in fila tante dimostri che nelle storielle c’è anche una grande compassione. Ci ricordano infatti che possiamo ridere di tutto e soprattutto di noi».
Da sempre Ascanio Celestini pensa le sue storie partendo dal teatro, ma spostandosi in molti altri linguaggi: «Appunti per un film sulla lotta di classe nasce come spettacolo, ma diventa un film per il Festival di Roma e un disco che ha vinto il Premio Ciampi. Anche Pecora Nera nasce in teatro, ma è diventato libro e film alla mostra di Venezia. Le Barzellette provengono già da fuori del teatro. Nascono come libro con l’editore Einaudi e in teatro diventeranno uno spettacolo aperto soprattutto alla collaborazione con i musicisti».