Accademia / L'evento

Festival delle Università, sfide digitali e alta formazione

A Roma la seconda giornata dell'iniziativa ha proposto anche un panel con vari relatori sul tema "Generazione Z e intelligenza artificiale"

ROMA. Confronti generazionali. Avvertenze e istruzioni per l'uso per accogliere positivamente le sfide digitali considerandone i rischi e le opportunità. Ma quali sono gli strumenti digitali per l'alta formazione dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro? Su questo tema si sono confrontati i vari relatori nel panel della seconda giornata del Festival nazionale delle Università in corso a Roma, dal titolo "Generazione Z e intelligenza artificiale".

"L'alta formazione - ha detto Marta Colnago (McGraw Hill) - richiede un alto livello qualitativo di valore, anche degli strumenti digitali. Questi, infatti, sono utili soprattutto per una fruizione immersiva dell'apprendimento, ma anche del far apprendere. Il tema relativo all'immersione è richiesto da chi fa alta formazione, poiché gli studenti delle nuove generazioni sono abituati a fare esperienza in prima persona. Lo strumento digitale, quindi, deve per forza di cose riflettere questo bisogno e soddisfarlo. Una simulazione in 3D in ambienti virtuali, ad esempio, può essere utile come apprendimento esperienziale. Non deve, però, mai venir meno la capacità di dialogo e di interagire. Tra docente e discente, infatti, deve esserci, anche su di una piattaforma, una relazione diretta".

Laura Sartori (Università di Bologna) ha invece spiegato come, in un confronto generazionale, sia importante "non dividere tutto in due categorie: noi e loro. Questa contrapposizione non aiuta. È chiaro che, le diverse generazioni, utilizzeranno la tecnologia e l'intelligenza artificiale in maniera diversa tra loro. Nella selezione del personale, ad esempio, l'IA può aiutare sia a creare un curriculum che colpisce, sia a selezionare i candidati in una fase iniziale".

Il rapporto tra clienti e istituti finanziari è stato invece il tema dell'incontro "Intelligenza Artificiale e professioni della finanza".

Un rapporto destinato a cambiare ancor più radicalmente di quanto non sia accaduto finora. La tecnologia potrebbe, paradossalmente, rendere questo rapporto più inclusivo e personalizzato. 

L'introduzione dell'Intelligenza Artificiale e machine learning tenderanno a sostituire l'attività umana in quelle operazioni per così dire ripetitive e/o ridondanti e a basso valore aggiunto, per dare all'uomo spazio di focalizzarsi su attività a maggior valore di analisi con trasformazioni significative sui servizi di consulenza e gestione finanziaria.

Per Nicola Rossi, economista e professore, già presidente Istituto Bruno Leoni e senatore, "le innovazioni che derivano dall'intelligenza artificiale esistono già in campo finanziario, ma riguardano, per ora, attività di carattere routinario e documentale. Bisognerà vedere se, in futuro, potranno arrivare a varcare il territorio del rapporto banca/cliente o se potranno dare indicazioni sulle azioni da compiere con valutazioni prospettiche. Questo è un confine delicato, che le autorità di regolamentazione si troveranno a individuare nel momento in cui saranno chiamate a dare una regolazione per queste nuove tecnologie".

"Le opportunità molteplici derivanti dall'intelligenza artificiale - dice Ubaldo Livolsi, presidente Livolsi& Partner - sono molteplici. Si possono fare scelte molto più oculate, arrivando anche a disimpegnare l'intermediazione per chi vuole investire. Bisogna, quindi, puntare sull'intelligenza artificiale, che porterà un progresso anche nella finanza. Potremmo avere, selezionando bene gli studi, degli enormi benefici".

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