Teatro / In scena

Gli ultimi giorni di Van Gogh raccontati da Marco Goldin all’Auditorium Santa Chiara di Trento

Il romanzo e lo spettacolo sono un continuo gioco di specchi e di rimandi, tra i colori, le parole e i silenzi nei quali quasi si adagiano le musiche di Franco Battiato. La scenografia punta sulla stupefazione mediante le immagini dei quadri, i loro particolari e anche fotografie d’epoca

di Fabio De Santi

TRENTO. Marco Goldin ritorna a Trento con il suo nuovo spettacolo teatrale “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato” tratto dal sip libro edito da Solferino. L’appuntamento, organizzato da Imart con Fiabamusic e in collaborazione con il Centro S. Chiara, è quello di domenica 26 marzo, alle ore 18, presso l’Auditorium S. Chiara di Trento.

Sul palco l’attore veneto rievoca gli ultimi giorni di Van Gogh accompagnato dalle musiche di Franco Battiato. Goldin torna in teatro nel segno del grande pittore olandese dopo la fortunata tournée del 2018/2019 con “La grande storia dell’impressionismo”. Seguendo il ritmo del suo romanzo, Goldin sale sul palcoscenico per raccontare, con la sua consueta affabulazione appassionata e coinvolgente, le ultime settimane della vita di Vincent van Gogh.

Goldin immagina che Van Gogh avrebbe potuto tenere un diario proprio in quelle settimane finali e per questo gli presta la sua voce. Ovviamente mai staccandosi dai fatti realmente accaduti eppure dilatando molti vuoti e altrettanti silenzi del pittore. In quelle settimane conclusive l’artista olandese scrive tra l’altro un numero minore di lettere rispetto al solito e parla di meno della metà degli oltre settanta quadri che realizza. Il romanzo e lo spettacolo sono quindi un continuo gioco di specchi e di rimandi, tra i colori, le parole e i silenzi nei quali quasi si adagiano le musiche di Franco Battiato.

Quel diario (“un quaderno un po’ lacero, di pelle verde scura, con dei ricami dorati e il dorso nero”) viene ritrovato casualmente da Arthur Gustave Ravoux, il titolare della locanda nella quale Vincent vive tra la fine di maggio e la fine di luglio del 1890. Mancano due settimane alla morte del pittore e Ravoux sale nella sua camera di sottotetto per rifargli il letto e trova il cassetto dello scrittoio appena accostato. Lo apre e scopre quel diario di cui nessuno conosceva l’esistenza, ma non lo dice nemmeno a Theo.

Da questo espediente narrativo parte anche l’azione teatrale, nel parlare quasi tra sé e sé che Goldin fa come fosse colui che accompagna Van Gogh, e dunque osservandolo lo racconta. Tutta la scenografia punta moltissimo su un effetto di stupefazione davanti alle immagini dei quadri, i loro particolari e anche fotografie d’epoca.

Oltre a una nutrita e suggestiva parte filmica appositamente girata nei luoghi di Van Gogh in Provenza, tra Arles e la pianura della Crau, le amate Alpilles e l’istituto di cura per le malattie mentali di Saint-Rémy nel quale scelse di stare per un anno, ma anche nel natio Bramante. Si tratta di un vero e proprio spettacolo nello spettacolo da assaporare immersi dalle immagini rilanciate sui tre schermi posizionati sul palcoscenico, con proiezioni laser di altissima definizione. Biglietti disponibili nei circuiti Boxol, Ticketone e presso le biglietterie del Centro S. Chiara.

comments powered by Disqus