Spettacoli / Teatro

“Pasolini: una vita fra sacro e profano”, a Gardolo la compagnia Appunti e Scarabocchi per la regia di Vito Basiliana

Appuntamento questa sera, venerdì 11 novembre, al teatro Gigi Cona, con una messa in scena che nasce dal desiderio di rilettura, di conoscenza intensa dell’esperienza umana e artistica di un indimenticabile protagonista della cultura italiana

di Fabio De Santi

TRENTO. Uno spettacolo che nasce dal desiderio di rilettura, di conoscenza intensa ed articolata dell’esperienza umana e artistica di Pierpaolo Pasolini e di un'apertura verso il mondo pasoliniano che da anni è continuamente alla riscoperta dell’immenso lavoro e della poetica che ci ha donato.

Le forme sono quelle di “Pasolini: una vita fra sacro e profano” portato in scena dalla compagnia Appunti e Scarabocchi venerdì 11 novembre al Teatro Gigi Cona di Gardolo (inizio ore 20.45). Uno spettacolo firmato dal regista Vito Basiliana e che vede in scena oltre allo stesso Basiliana anche Massimo Morgese, Claudio Failo e Polina Tolokonnikova. La compagnia teatrale “Appunti e scarabocchi” presenta un excursus tra vita, opere e pensiero del genio italiano.

“Per noi - sottolinea Vito Basiliana - Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più grandi intellettuali del Novecento, ancora attualissimo oggi per le sue idee e la sua visione. Come disse Moravia ai suoi funerali “Di poeti così grandi non ce ne sono tanti nel mondo. Ne nascono soltanto 3 o 4 ogni secolo. Quando sarà finito questo secolo Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta”.

Il progetto “Pasolini: una vita fra sacro e profano” guarda ad uno sviluppo culturale incentrato sul rapporto tra culture e condizioni di vita differenti: la cultura dei migranti, degli stranieri, dei rifugiati politici e la nostra cultura, in quanto abitanti del paese mondo, con particolare riferimento a quelle zone disagiate del mondo cosiddette “sottosviluppate” o “in via di sviluppo”.

Pasolini sottolinea il regista: “Era un uomo decisamente avanti rispetto al suo tempo, con 33 processi affrontati per censura e offesa alla sua nazione. Una serie infinita di condanne della società borghese. Insomma, un intellettuale scomodo, non integrato, che esordisce come poeta, ma poi scrive romanzi, dirige film, commenta e critica le vicende quotidiane. Pasolini era un diverso e anche per questo la sua morte era preannunciata”.

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