Arte / La morte

La cultura piange Paola Grott, pittrice ed insegnante trentina conosciuta ed apprezzata in tutta Italia

Aveva 71 anni e da tempo viveva a Milano. Il critico d’arte Mario Cossali la ricorda così: “La sua non è una pittura concettuale, è una pittura fatta di lacrime e sangue, di carne e sangue, è una pittura carica di emozioni”

ROVERETO. La cultura piange un'altra figura importante che se n'è andata, in silenzio come si conviene agli artisti che hanno impreziosito la terra con le proprie opere. Ieri se n'è andata Paola Grott, 71 anni, che proprio in questi giorni stava esponendo le sue opere.

“La storia della pittura di Paola Grott - ricorda il critico d'arte Mario Cossali - è stata una storia complessa, tante le tappe dentro il suo lungo e appassionato viaggio verso la poesia della visione. C'è il tema della figura umana che s'intreccia con la natura, il tema dell'architettura, il tema della finestra e del confine, ci sono i temi legati ai miti e agli archetipi. Ci sono tanti luoghi che si sono succeduti in questi sentieri ininterrotti, mai giunti a destinazione e ininterrotti perché continuavano ad avanzare comunque”.

E aggiunge: “Laura, oltre che pittrice, è stata insegnante di discipline pittoriche. Il suo percorso artistico è iniziato con discrezione, si è fatta conoscere in diverse esposizioni e spesso premiata. Di fronte alle opere pittoriche di Paola Grott dobbiamo fermarci soprattutto sul colore, il colore come mezzo e messaggio. Il colore che è venuto via via emergendo nel suo lungo viaggio creativo è un colore che è diventato lingua onnicomprensiva.
Non si tratta di pittura concettuale, è una pittura fatta di lacrime e sangue, di carne e sangue, è una pittura carica di emozioni. Il colore porta con sé aspettative e nostalgie, è un colore carico sia di memoria come di attesa, il colore che trovate anche nelle sue ultime composizioni esposte recentemente a Rovereto”.

La pittura di Paola Grott è una pittura che «intriga il nostro pensiero, il nostro giudizio, diciamo anche che c'è stata, nel corso degli anni, un'accumulazione di pensiero, ma senza mai togliere alla pittura la sua autonomia, la sua carica conoscitiva. Siamo di fronte ad una pittura che può dare adito a tanti viaggi della mente, tanti viaggi dello sguardo anche in noi che la guardiamo attenti, anche in noi che restiamo a terra, come direbbe il poeta, c'è la possibilità di guardare Esterina, che si tuffa nel mare e quindi oggi che ci ha improvvisamente lasciati c'è ancora la possibilità di contemplare questo viaggio e di sentircene in qualche modo non solo interpreti, ma anche tragicamente compagni».

Laura, oltre che pittrice, è stata insegnante di discipline pittoriche. Il suo percorso artistico è iniziato con discrezione, si è fatta conoscere in diverse esposizioni e spesso premiata.

Nel 2001 è stata invitata dalla Regione Trentino Alto Adige ad esporre alla «Médium Galéria Kulturhaus» di Szombathely (Ungheria), nel 2002 dall'Università di Trento per l'inaugurazione dell'ex Molino Vittoria e in seguito per un'esposizione sulle «Carte geografiche», chine e disegni, che esegue nel 2003 ispirandosi alle mappe catastali teresiane.

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