Anche il battito elettronico di Omar Souleyman alla Centrale Fies di Dro
Grande spettacolo nella tre giorni, dall'1 al 3 luglio, di Live Works Summit 2022 alla Centrale Fies di Dro
DRO. Il musicista siriano Omar Souleyman, Alok, Philippe Quesne e Giulia Crispiani. Sono loro le quattro special guest del Live Works Summit 2022 che si terrà da oggi, venerdì primo luglio, a domenica negli spazi di Centrale Fies a Dro. Si tratta dell’ultimo weekend di programmazione estiva scaturita dalle linee di ricerca praticate durante tutto l’anno, con la decima edizione di Live Works Summit a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi.
Una tre giorni fitta di performance delle artiste e degli artisti di Live Works 2022: Sergi Casero, Gabbi Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards, Silvia Rosi che presentano i progetti strutturati durante l’anno. Live Works è il progetto che Centrale Fies dedica all’approfondimento pratico e teorico dei confini delle arti performative, che giunge quest’anno alla sua decima edizione.
La specificità del progetto consiste in un’attenzione particolare alla ricerca ibrida, con l’intento di sottolineare la natura di “apertura” e fluidità del performativo, la sua implicazione sociale e politica e la sua intelligibilità pubblica. Tanta la curiosità per il concerto del 2 luglio con Omar Souleyman che ha da poco annunciato il quarto album in studio “Shlon” in uscita il 22 novembre via Mad Decent / Because. OmaRSouleyman, che ha collaborato con Björk e Four Tet, ha iniziato la sua carriera nelle vesti di cantante di matrimoni, pubblicando quasi 500 album dal vivo prima che la guerra civile scoppiasse nella sua nativa Siria nel 2011.
Nel 2013 ha pubblicato il suo album di debutto in studio “Wenu Wenu” che Npr ha definito: "Una jam così viscerale, emozionante e intensa da far sembrare che la misteriosa questione dei confini terrestri non valga il tempo di contemplarla". Il secondo lavoro “Bahdeni Nami” ha raccolto molti elogi dalla critica, compreso il Guardian, che ne ha scritto così: "È così veloce che l'unico modo appropriato per impegnarsi con esso è quello di dimenare le membra. Le melodie sono allo stesso tempo abrasive ed esuberanti, chiacchierando all'infinito come il rauco canto degli uccelli".
Souleyman ha rafforzato il suo crescente status di icona della musica elettronica internazionale suonando nei principali festival tra cui Glastonbury, Bonnaroo, Pitchfork Paris e Roskilde. Il quarto cd “Su Shlon” contiene sei nuove canzoni in cui il battito elettronico della techno si unisce alle sonorità mediorientali, anche curde e arabo dabke. in brani come "Shlon", "Shi Tridin" ("What Do You Wish For?,"Abou Zlilif" e "Mawwal", con gli arrangiamenti techno di Hasan Alo. Durante le tre serate si alterneranno le performance di Joannie Baumgärtner (il 2 ), Fuck Moon, Bless Clouds.
La loro pratica combina performance, installazione, processi mediali e scrittura che ruota intorno a storie anticapitaliste, queer-femministe e anti-coloniali e a futuri accessibili; Ivan Cheng (il 3) performer e musicista che con il suo Wedding Day (Standard Stare) lavora intorno alle infrastrutture, al desiderio e alla distanza; Silvia Rosi (1- 2 - 3) - selezionata per la prima edizione di Agitu Idea Gudeta Fellowship - che presenta Omissions, installazione audio-video, lavora con la fotografia, il testo e il video per esplorare le idee di memoria, migrazione e diaspora. Gabbi Cattani (1 luglio) mette in scena “Ersatz”performance composta da 19 tableaux vivants tratti dal libro Impressions d’Afrique (Impressioni d’Africa) pubblicato nel 1909 dallo scrittore francese Raymond Roussel. Multiplicity of Asia Minor di Selin Davasse (1- 2 - 3) si compone di trame narrative e sonore, il suo lavoro condensa sistemi di pensiero in intime espressioni femminili; e prende forma come performance parlate e cantate con strati partecipativi, giocosi e parodici che formano eterogenee relazioni ospitali con il pubblico; Clementine Edwards & Ada M.Patterson (il 2) con A Moth Upon a Star condividono conversazioni e collaborazioni su temi come la crisi climatica, il dolore queer, la parentela materiale, la capienza del “femminile” e la “blackness” e la “whiteness”.
Sergi Casero nel suo lavoro El Pacto del Olvido scava nella storia orale e nella memoria collettiva, raccogliendo diverse prospettive sui resoconti del passato, creando un dialogo tra la narrazione ufficiale e il momento presente.