Musica / Live

Arriva Samuele Bersani con il suo nuovo disco: mercoledì all’Auditorium Santa Chiara

«Cinema Samuele» è uscito a sette anni dal precedente, ed in piena pandemia. Ma il cantautore emiliano promette emozioni e divertimento nel suo «live» a Trento

di Fabio De Santi

TRENTO. Sono canzoni per anime sensibili quelle di Samuele Bersani. Da sempre il cantautore romagnolo, in concerto mercoledì sera all'Auditorium S. Chiara lega le sue composizioni ad un universo colorato di pop delicato capace però di arrivare anche al grande pubblico (Inizio ore 21; biglietti ancora disponibili). Lo dimostra anche nel suo ultimo disco "Cinema Samuele" cuore di questo live: un lavoro, ce lo racconta in questo intervista, arrivato dopo un lungo periodo di stasi creativa e che ha conquistato lo scorso anno il Premio Tenco.

Samuele Bersani, cosa ha racchiuso in "Cinema Samuele"?

"Un po’ tutto il live per la scelta delle canzoni e la scaletta che propongo ha tante immagini e se vuoi tanto cinema visto che le canzoni sono storie in movimento. C’è una grande parentela tra musica e cinema secondo me. Propongo quasi integralmente l’ultimo disco ma non solo. Ho sette musicisti, una formazione veramente strepitosa. Nella versione teatrale si aggiungono una serie di video animati creati appositamente per questo tour e che segneranno diversi momenti del concerto".

C’è una canzone che da tempo non suonava e ha, diciamo, rispolverato, dal suo ricco repertorio?

"Così a freddo direi di no: oltre al disco nuovo non posso non fare quei pezzi che conoscono tutti e che sono un po’ la mia spina dorsale. Ma magari quando finiamo l’intervista ci penso e aggiungerò qualcosa nel tour estivo che avrà una dimensione diversa da quella teatrale che porterò a Trento".

Un album arrivato dopo un periodo di silenzio lungo 7 anni da "Nuvola numero nove": come mai questa lunga decantazione?

"Gentilmente la può chiamare così. C’è stato anche un blocco dovuto ad una mia “intossicazione” privata ed è stato difficile scrivere e tornare a fare le cose più naturali. Avevo scritto tantissimo, avevo voglia di sorprendermi e invece per tanto tempo sentivo che mi sarei ripetuto. Poi ho cominciato a sbloccarmi e a scrivere le musiche, quindi sono arrivate le storie che è quello di cui normalmente si parla perché è più facile parlare di parole che di musica".

Dal punto di vista sonoro quali colori ha “Cinema Samuele”?

"C’è il mio gusto. Innanzitutto è molto diverso fare un disco a cinquant’anni così com’è stato coraggioso farlo uscire durante il secondo lockdown, quasi un harakiri. Poi è il disco che mi piace di più di tutta la mia produzione e che rispecchia di più me stesso anche perchè ci ho lavorato da solo per un lungo periodo e solo nell’ultimo periodo a Parma con Pietro Cantarelli. Non è un disco che ho fatto tanto per farlo, l’ho fatto affinchè potesse piacere a me cercando di non ripetere nulla di quello che avevo già fatto prima".

Un lavoro che ha ottenuto il Premio Tenco come "Miglior Album" dell'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle.

"Questo Tenco mi ha stupito perché sono tornato dopo sette anni e non davo per scontato che prestassero cosi tanta attenzione al mio lavoro. Averlo vinto mi fa piacere ma sono un po’ contrario alla definizione di “canzone d’autore” che lo accompagna. La trovo una forma di ghettizzazione e sono contento che anche il Tenco quest’anno l’abbia tolta dal titolo. E’ come se ti creassero una gabbia dentro la quale non vuoi stare perché io voglio comunicare col mio stile e non essere etichettato come quello pensieroso o pesante".

La pandemia sembra già quasi un ricordo ma oggi c'è l'incubo della guerra.

"Quando si prendono troppe botte si rischia poi di non sentire quella grossa. Sono un po’ attonito perché viviamo in un mondo che non ci dà la possibilità di tirare il fiato mentale da anni. C’è il rischio che vedere solo cose brutte diventi un po’ uno specchio di retorica e non di coscienza reale".

Altri sette anni per un nuovo disco di Samuele Bersani?

"No no no (sorride lui divertito n.d.r.) a questo giro vorrei stupire me stesso e avere meno paura di uscire in tempi decisamente più brevi con un nuovo disco".

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