Musica / L’intervista

Parola di Bastard: «Il nostro live sarà una bomba di rock’n’roll»

La rock band trentina pronta ai concerti dopo l’uscita del nuovo album «Dove sono finiti tutti?»

di Fabio De Santi

TRENTO. «Il nostro live? Sarà una bomba di rock’n’roll». Attenzione perché i Bastard Sons of Dioniso sono tornati con uno dei loro dischi, per noi, più ispirati: “Dove sono finiti tutti?" uscito, per Fiabamusic con distribuzione Artist First, sia in formato digitale che in vinile ma non in cd. E’ questa una delle scelte del trio formato da Michele Vicentini, Federico Sassudelli e Jacopo Broseghini che lega il suo presente ad una tracklist di otto pezzi, da “Sirene” a “E’ l’ora”, in cui è racchiusa tutta l’anima rock della band trentina.

Ragazzi, partiamo dal titolo “Dove sono finiti tutti?”.

Dove sono finiti tutti? E' la domanda alla quale daremo una risposta con l'uscita di questo disco e l'inizio della tournée. Un foglio bianco che inizieremo a riempire. La musica ci porterà, dopo qualche anno di incertezze e stop, a ritrovare tanti amici in giro nella penisola per fare festa con loro e darci finalmente risposta.

In quali tempi si è dipanato, il lavoro di costruzione di questo vostro ottavo album?

È il frutto di anni di lavoro insieme, di tante canzoni e di album che un passo alla volta ci hanno portato ad editare questi brani. Ci sono delle idee che ci hanno seguito per parecchio tempo e che ora hanno trovato un posto. Idee nuove che si sono facilmente adattate al gioco delle voci e dei suoni.

Collaborazioni?

Il lavoro di stesura dei testi è stato realizzato con la collaborazione dei nostri co-autori di fiducia: Antonio e Piero Fiabane, Emanuele Lapiana ed Oscar De Bertoldi. Nell'arco di due anni abbiamo registrato tutto. Le batterie con Marco Sirio Pivetti nei Metrò Rec Studio di Riva del Garda e con Fabio De Pretis e Mauro Iseppi nei Blue Noise Recording Studio di Trento. Il resto è stato registrato nel nostro studio e poi consegnato nelle abili mani di Marco Dal Lago al Mix e poi alla masterizzazione con Giacomo Plotegher.

Dal punto di vista del sound come lo definireste?

È un album decisamente rock e rimane fedele all'impianto ritmico connaturato dei Bastard. In poche parole il basso, la chitarra, la batteria sono gli assi portanti delle tre voci. Abbiamo avuto la possibilità di avere con noi nel disco amici artisti che hanno saputo esaltare, negli arrangiamenti e con le voci, le dinamiche di ogni brano. Le voci di Caterina Cropelli, Sara Picone, Ambra Marie; i synth e le tastiere di Clemente Ferrari e Alessandro Serioli; i fiati di Luca Frisanco e Massimo Costa e le percussioni di Tommaso Pedrinolli accompagnano l'ascolto con ambientazioni e luci sempre diverse.

Il disco è concettualmente pensato come fosse un vecchio disco in lato a e lato b.

L'idea di fare il vinile è nata prima di concepire quale sarebbe stata la “scaletta”, ma quando abbiamo steso i titoli su un foglio ci è subito balzata agli occhi una peculiarità. Il primo lato , anticipato dal primo singolo “Tali e squali”, raccoglie brani che denotano un'ambientazione marina. Invece il lato B , dove sono presenti anche i singoli “Ribelli altrove” e “Restiamo umani”, parla in sé dell'uomo quasi in maniera antropologica. Questa suddivisione è ben valorizzata dall'utilizzo del vinile. Questo lavoro esce anche in vinile e non in cd perché il supporto del vinile ha superato la sfida del tempo, è duraturo e super analogico. Per chi vuole portarsi a casa un pezzo di noi non c'è niente di meglio.

Da poco è sul web il video di «Restiamo umani»: quale importanza date ai vostri videoclip?

Le immagini sono ciò che può meglio esaltare la musica, ed in un'epoca dove l'intrattenimento sta alla base della comunicazione è necessario dare un colore o una storia alla melodia. Noi cerchiamo sempre di lasciare qualche cosa di divertente, e il contrasto con le parole lascia effetti che spesso si ritrovano ad essere piacevolmente contrastanti.

Che live avete allestito per il tour di presentazione del disco?

Proporremo il nuovo album nella sua veste più energetica alternandolo con le canzoni più rappresentative del nostro percorso. Nelle nostre intenzioni dovrebbe essere una bomba di rock'n roll.

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