Diocesi / Il caso

Museo Diocesano, la Primerano «saluta» Andreaus: «la figura del direttore va affidata a persone con competenze museali. Perché non hanno fatto un concorso?»

La riflessione della ex direttrice (che è anche presidente nazionale dei Musei Ecclesiastici italiani): «Ero la prima a entrare e l’ultima a uscire, il direttore deve sempre essere con lo staff. Ma se ha un altro lavoro… come fa?»

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di Gigi Zoppello

TRENTO. L’architetto Domenica Primerano, ex direttrice del Museo Diocesano, è tornata dalla sua vacanza in bicicletta in Francia. E al suo rientro ha registrato la novità: alla guida del museo c’è ora – come nuovo direttore – un doicente universaitario di economia.

E Primerano come l’ha presa? lo scrive lei direttamente, con un post nel quale offre subito alcuni suggerimenti ad Andreaus. E delle belle frecciate alla Curia.

«Al di là delle facili battute, vorrei spiegare meglio il mio pensiero - dice Primerano –  riguardo alla scelta del mio successore. Non conosco il Prof. Andreaus e dunque la mia critica non è rivolta a lui, che mi dicono goda di grande stima nel suo ambito. Rilevo solamente che di musei, fino ad ora, non si è mai occupato. La mia critica va a chi ha compiuto questa scelta (che, a leggere il comunicato stampa non pare sia transitoria).

1. Da Presidente Amei mi sono sempre battuta perché i ME (Musei eccelsiastici, ndr) potessero avere alla guida persone con specifiche competenze in ambito museale. Troppe volte infatti la direzione viene affidata a un sacerdote con una formazione che poco ha a che fare con i musei, persone per altro spesso gravate da molti incarichi, compresa la responsabilità di una parrocchia. L'importante, diceva qualcuno che di responsabilità nel settore dei beni ecclesiastici ne ha molte, è che ci sia un bravo conservatore. Ma chi imprime la linea da seguire, chi elabora la mission del museo ( in accordo con il Cda), chi decide è il direttore, non il conservatore! Ecco perché, come giustamente la Riforma Franceschini ha evidenziato, la figura del direttore è centrale e va affidata a persone competenti in questo ambito.

2. Da docente a contratto di museografia cerco sempre di trasmettere una passione ai miei studenti e di infondere loro coraggio e speranza. "Studiate, appassionatevi e prima o poi la fatica che ora affrontate sarà premiata" dico loro. Ma se alla direzione di un museo può andare chiunque (come pare stia succedendo da più parti) perché questi ragazzi dovrebbero coltivare una giusta speranza?

3. Da ex direttrice forse un poco romantica penso che un direttore debba condividere la propria giornata con lo staff del museo e con chi lo frequenta. Se ho un altro lavoro, già impegnativo, come faccio? Per anni sono stata la prima a entrare e l' ultima ad uscire dal museo. Ma forse si, è vero, sono romantica.

Aggiungo: dove mettiamo le battaglie di Icom e delle altre associazioni museali sui profili professionali dei musei, Adelaide Maresca Compagna?

Infine, se l' obiettivo è individuare una nuova governance, perché il Prof. Andreaus non è stato inserito nel CDA quando nel 2019 è stato rinnovato? Perché per sostituirmi non è stato fatto un concorso pubblico, come è avvenuto per il Museo civico di Riva del Garda o per il Museo della Guerra di Rovereto ( anch'esso museo privato)?

Dunque buon lavoro al nuovo direttore. Auspico che non solo mantenga il livello raggiunto in tanti anni di paziente lavoro, ma che lo superi!»

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