Musica / L’evento

Willie Peyote con la sua miscela fra rap e musica d'autore

Domenica 5 settembre sera porterà il suo “Mai dire mai. Tourdegradabile” al Parco Colonia Pavese di Torbole nell'ambito del “Garda Trentino Festival”

di Fabio De Santi

TORBOLE. La sua capacità di fondere l'energia del rap con la canzone d'autore e un'ironia tagliente - sulla realtà che lo circonda lo ha fatto diventare un punto di riferimento per la nuova scena italiana. Lui è Wille Peyote, che domenica 5 settembre sera porterà il suo “Mai dire mai. Tourdegradabile” al Parco Colonia Pavese di Torbole nell'ambito del “Garda Trentino Festival” (ore 21; biglietti ancora disponibili). Un nome il suo inserito fra i 26 big in gara sul palco dell'Ariston dove aveva cantato “Mai dire mai (la locura)” un brano sulla pandemia e le rivendicazioni di una categoria, quella dei lavoratori dello spettacolo, messa in ginocchio da mesi di stop.

Willie Peyote che live è quello del “Mai dire mai. Tourdegradabile”?

"Ho pensato che non fosse il caso di cambiare troppo, quindi non ho snaturato lo spettacolo né in termini di presenza sul palco né come tipologia di arrangiamenti. Dopo due anni di attesa credo sia giusto che il pubblico senta quello a cui è abituato. In scaletta ci sono molti pezzi dell'ultimo disco “Iodegradabile” ma c’è anche un excursus su tutta la mia carriera da “Non è il mio genere” in avanti, quindi sono assolutamente presenti tutti i miei album".

Quale effetto ti fa avere davanti una platea costretta ad essere seduta per questo maledetto virus?

"Per gli spettatori è difficile restare incollati alla sedia ed è stato difficile anche per me abituarmi a vederli così. Ma data la situazione facciamo di necessità virtù. Sento comunque da parte del pubblico una gran voglia di partecipare, di esserci ai concerti. Quindi mi sembra giusto non dare troppo peso alle limitazioni ma concentrarsi su quello che c’è di buono e fare uno spettacolo all'altezza".

Riavvolgiamo il nastro: hai metabolizzato la partecipazione al Festival di Sanremo?

"Di Sanremo mi resta la grande soddisfazione del premio della critica perchè è un grande riconoscimento che è giunto totalmente inaspettato. Tutto il resto è stata un’esperienza molto formativa, ne sono uscito cresciuto e accresciuto sia dal punto di vista lavorativo che umano. Non mi ricordo nemmeno più bene com'era, ricordo che è un'esperienza che consiglierei, che è stata importante e che mi è servita sicuramente molto".

Sei d'accordo se ti catalogano come uno dei più ispirati artisti italiani nell'unire rap e musica d'autore?

"Credo che il rap nasca già come crossover campionando e mischiando altri generi, è nella sua natura avere diverse declinazioni. Nel mio caso ammetto che l'ho contaminato molto con quello che ascolto, quindi con musica d'autore, cantautorato italiano e mi fa molto piacere che questa cosa venga riconosciuta. In realtà penso che ciò non accada solo nel rap, la sintesi di diversi generi è un po’ figlia dei nostri tempi".

Nei tuoi testi trovo sempre anche un pizzico di malinconia e disillusione.

"Non è una malinconia del tipo “si stava meglio prima” nonostante l'età che sta avanzando ma è più un senso di disillusione, un romanticismo un po’ pessimista. Ho la sensazione che sia sempre stato difficile ma che ora lo sia ancora di più dare il giusto peso e valore alle cose e godersele fino in fondo perchè abbiamo tutti sempre tutti fretta di vivere tanto e non di approfondire quello che stiamo vivendo. E’ un po’ questo il senso della nostalgia, della malinconia che voglio trasmettere. La fretta non ci porta ad approfondire nè le relazioni umane nè le cose belle che ci capitano ma più in generale tutto quello che ci succede, perchè anche le cose brutte vanno assaporate fino in fondo".

Quali sono le tue ispirazioni letterarie?

"All'inizio della mia carriera Bukowski e Pennac e in qualche modo anche Stefano Benni sono stati autori che mi hanno influenzato, così come anche David Foster Wallace. Negli ultimi anni le ispirazioni letterarie sono meno presenti e mi sono concentrato di più su altre forme artistiche come la satira o la stand-up comedy per cercare di capire come usare l'ironia al fine di trasmettere messaggi anche pesanti ma che vengono alleggeriti dalla forma".

In un'intervista hai dichiarato sul tuo fare musica: "Non mi aspetto niente e tutto quello che arriva è tutto grasso che cola".

"Sono andato ben oltre le mie più rosee aspettative rispetto alla carriera che sognavo da adolescente. Quindi tutto quello che arriva continua ad essere grasso che cola e lo sarà sempre di più perchè sta andando in una direzione molto positiva. Quello che cerco di fare è essere all'altezza e meritare l’evenutale miglioramento delle condizioni e cerco di lavorare per fare sempre meglio perchè, per quanto sia oltre quello che sognavo di fare, una volta che sei in ballo bisogna ballare".

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