Musica / Live

Angelo Branduardi stasera in concerto a Torbole: «Vi canto Mozart, ma anche la Fiera dell’Est»

Intervista al musicista amatissimo dal pubblico, dalla voglia di ritornare sul palco all’orgoglio dei propri successi: «Nel lockdown non riuscivo a suonare, mi veniva la nausea»

di Fabio Desanti

TRENTO. Un viaggio in musica che ormai non si ferma più, ma prosegue “ad libitum” cercando nuove soluzioni, tappa dopo tappa”. Così Angelo Branduardi definisce il suo tour “Camminando, camminando. Concerto in due” che attraversa l'estate italiana e vede il menestrello della musica d'autore italiana accanto al polistrumentista Fabio Valdemarin. Un live che Branduardi, presenterà oggi giovedì 26 agosto alle 21 al Parco Colonia Pavese di Torbole, puntando con forme essenziali al cuore della musica.

Branduardi, vorrei iniziare dal suo ultimo, evocativo, brano inedito, “Kyrie Eleison (Signore abbi pietà di me)”, uscito, a sorpresa, lo scorso Natale.

“Molto spesso gli artisti non sanno quello che stanno facendo, nemmeno io, perché ero convinto di aver alzato in Kyrie Eleison un grido di dolore utilizzando la tonalità del Sol Minore, quindi particolarmente triste, Però negli ultimi dieci secondi del pezzo, usando un trucco di psicoacustica l'ho trasformato in Sol Maggiore, che è una tonalità bellissima, ampia, ed evoca pace e speranza. Tutti hanno colto quello, quindi, quello che io pensavo fosse un grido di dolore è stato percepito come grido di speranza. Molto spesso succede agli artisti pensano di aver fatto una cosa, ma in realtà glielo spiegano gli altri quanto hanno fatto”.

Di cosa parla il testo scritto da sua moglie Luisa Zappa?

“Il tema è molto semplice, con una frase ricorrente “nemmeno l'amore può lenire il dolore” che apparentemente è una frase suicidaria, ma in realtà questo brano parla di consolazione, del non dover giudicare. Il testo è molto chiaro e molto bello, va ascoltato e non spiegato”.

Una composizione frutto di mesi di inattività live.

“Vero. Non sono riuscito a suonare per un anno e mezzo e nemmeno ad ascoltare la mia musica preferita, da Bruce Springsteen a Bach, perché mi veniva la nausea, è una cosa che pensavo succedesse solo a me e invece è capitata a molti artisti, non solo cantanti, anche pittori, che non hanno creato nulla, perché mancava l'ispirazione, c’era solo molto dolore. Ora le speranze sono maggiori e sono tornato a suonare. Vediamo cosa succederà con la tournée teatrale, se si farà o no”.

L’estate la vede ancora insieme a Fabio Valdemarin: ci sta prendendo gusto a questi live a due?

“Quello che proponiamo io e Fabio è un concerto molto particolare e anomalo. Non è tedioso, anche se cantiamo brani antichi come quelli di Mozart e Monteverdi. È un concerto fatto anche di silenzi, che vanno interpretati, perché dal silenzio nascono la parola e la musica. La proposta che faccio agli spettatori è quella di entrare in una specie di albero cavo, che c’è e non c’è, ed interpretarlo a seconda delle diverse sensibilità. È un concerto onirico e magico, diverso da quelli che faccio con il mio gruppo. Ed è una cosa che, incredibile ma vero, piace molto”.

In scaletta ci sarà qualche brano che da tempo non eseguiva?

“Ce ne sono diversi, ma se me ne chiede uno su tutti posso citare “Sotto il tiglio” un brano che da anni non proponevo. In scaletta ovviamente ci sono anche le mie canzoni, non solo Mozart, come “La fiera dell’Est”, che tutti mi chiedono e faccio cantare al pubblico”.

Quindi non le pesa suonare i suoi brani più noti?

“Assolutamente no. Non sento nessun peso, non sono come certi miei colleghi che detestano i loro successi. Ne avrei voluto fare mille di brani come “La fiera dell’est”. Una canzone che viene cantata dai bambini alle scuole materne e alle elementari che nemmeno sanno chi è Branduardi, quindi questa canzone ormai è diventata patrimonio popolare, non mi appartiene più. direi che mi sono guadagnato un pizzico di immortalità, senza false modestie”.

Cosa la diverte di più nei suoi spettacoli?

“Il contatto con il pubblico: è stata una riscoperta perché con l’età tengo più ai concerti che non ai dischi perché la musica, come diceva Ennio Morricone, con cui ho avuto l'onore di suonare, essendo l'arte più astratta è la più vicina all’assoluto. Arturo Benedetti Michelangeli, da un certo punto in poi della sua carriera si è rifiutato di fare dischi perché diceva che la musica è inafferrabile e oggi mi rispecchio in queste parole”.

Niente album allora ma a quando la pubblicazione di un nuovo brano?

“In realtà c’è un pezzo nuovo che facilmente regalerò, così come ho fatto con “Kyrie Eleison”, in download a Pasqua dell'anno prossimo. In questo brano si dice molte volte “Alleluia”. Lo lancerò in quel periodo perché, mi auguro, potrà sottolineare la definitiva uscita dal tunnel”.

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