Motori / L’esposizione

Il Museo Caproni celebra il «Capriolo», mitico motociclo prodotto a Trento negli anni 50, dal successo straordinario

In mostra molti esemplari, dal primo 48 cc al famoso 75: per festeggiare arriverà anche il campione della motoGP Marco Melandri

TRENTO. Una motocicletta leggendaria, che fa parte della storia del Dopoguerra italiano: è il «Capriolo» che la AeroCaproni costruì negli stabilimenti di Roncafort. E che ora viene celebrato da una mostra al Museo Caproni di Mattarello.

E’ la a Fondazione Museo storico del Trentino, che venerdì 25 giugno alle 17,30 aprirà le porte di «Dalle ali alle ruote: il Capriolo. Epopea di una moto trentina (1951-1962)»
L'allestimento – visitabile fino al 31 dicembre 2021 – è nato dalla collaborazione tra Fondazione Museo storico del Trentino e Registro Storico Capriolo, con il patrocinio di ASI-Automotoclub Storico italiano, ed espone motociclette Capriolo d'epoca, esemplari originali (o restaurati come gli originali), di cilindrata diversa e caratteristiche costruttive differenti. L'esposizione è inoltre arricchita da testi, foto e documenti che testimoniano l'evoluzione storica e tecnico-costruttiva di questa moto prodotta negli stabilimenti di Arco e di Gardolo, prima sotto l'insegna dell'Aero Caproni (1951-1957), poi sotto quella di Aeromere (1957-1962).
All'anteprima, assieme all'Assessore all’istruzione Bisesti e ai curatori della mostra Riccardo Benelli, Marco Felli, Franco Nardelli e Alberto Ianes, sarà presente un ospite d'eccezione: il pilota motociclistico Marco Melandri, campione del mondo della classe 250 nel 2002.

Il Capriolo uscì nel mercato italiano nel maggio del 1950, con un motore di 48 centimetri cubici a quattro tempi: davvero tante le innovazioni tecniche applicate, ad esempio un albero a gomito di traverso e la coppia conica per la trasmissione a catena mentre la ciclistica era caratterizzata da un telaio è un monotubo superiore. Meno di un anno arrivò il fratello maggiore, con cilindrata di 75 cc, che ebbe un successo straordinario. E questo motore applicava un rivoluzionario albero verticale a due camme in testa. Il successo del Capriolo convinse la Caproni a spingersi ancora più avanti, nel 1952, con il Cento 50, un 150 cc. della stessa concezione, ma a due cilindri. La produzione cessò nel 1962.

Tutti esemplari che saranno in mostra a Mattarello da venerdì.

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