Teatro / L’assise

Le filodrammatiche trentine vogliono tornare a teatro, con il pubblico

L’assemblea annuale della Cofas parla di adempimenti burocratici e forme fiscali, ma prima di tutto c’è da riavviare l’attività dopo un anno buio di pandemia

TRENTO. Dopo aver resistito a lockdown e pandemia, ora la priorità è una sola: riportare la gente fuori, a teatro, ricordarle com'è stare assieme, riflettere assieme, godersi uno spettacolo culturale. E dall'assemblea della Cofas è uscita, forte, la volontà di giocare un ruolo in questo senso, da parte delle filodrammatiche trentine e non: «Con tutto rispetto per gli obblighi istituzionali da assolvere, che sono sicuramente di vitale importanza per la vita di un'Associazione - ha affermato il presidente Gino Tarter aprendo la sua relazione - l'obiettivo più importante da raggiungere è oggi quello di incominciare a pensare seriamente di riavviare l'attività teatrale dal vivo, per molti di noi interrotta da oltre un anno.

Il compito della Cofas, in questo particolare momento, è di aiutare la nostra gente trentina, attraverso il teatro, a scrollarsi di dosso incertezza, paura, confusione e disagio sociale, che la pandemia ha lasciato dentro di noi. Quindi, non appena le condizioni lo permetteranno, riaprire gli spazi teatrali, ricominciare a invitare la gente ad uscire di casa, incontrarsi a teatro, socializzare, in modo da eliminare le distanze che la pandemia ha creato tra di noi e contribuire, infine, ad un presto ritorno a relazioni di ritrovata comunità. Naturalmente usando la dovuta cautela e rispettando le regole dettate dai protocolli emanati per il contenimento del contagio».

Insomma, si riparte. Consapevoli di aver comunque garantito servizi, anche in questo 2020 così disgraziato: è proseguita la scuola biennale per registi Cofas, così come i laboratori e i corsi di approfondimento delle discipline teatrali di base e gli interventi nelle scuole superiori. Si è inoltre avviato l'allestimento de "La divisa dei todeschi", di Massimo Lazzeri, vincitore del 21° concorso Cofas per i testi inediti di autori trentini e pur limitata a causa della pandemia, si è organizzata da consueta rassegna di teatro amatoriale per ragazzi, così come la rassegna "Palcoscenico trentino"(con "La vetrina del teatro Cofas" e "Il concorso - premio Mario Roat").

Il settore continua a dare segnali di vitalità, pur in un momento difficilissimo: sono 117 le filodrammatiche che aderiscono a Cofas, di cui 6 altoatesine e una bellunese, per un totale di 3.350 iscritti. Gli spettacoli dal vivo nel 2020 sono stati molto meno rispetto al solito, per via delle restrizioni dovute alla pandemia, ma rimangono comunque 228 recite dal vivo e 4 on line, che sono riuscite a coinvolgere 32 mila spettatori.

Le più dinamiche? La filodrammatica di Laives e la compagnia "Magico Camillo" di Brentonico (14 rappresentazioni).

Approvato il bilancio (predisposto dal segretario amministrativo Luciano Zendron, a cui è seguita la relazione del presidente del collegio dei revisori dei conti Gilberto Borzaga), l'assemblea - presieduta da Carlo Giacomoni - ha toccato un tema di interesse per le filodrammatiche: la riforma del terzo settore, di cui ha parlato Paolo Pompermaier: «Da una lettura delle agevolazioni contabili e fiscali e delle misure di sostegno introdotte con il testo legislativo - ha spiegato Pompermaier - emerge chiaramente una convenienza economico/fiscale nel diventare un Ets (Ente del terzo settore) grazie ad importanti agevolazioni fiscali, rapporti privilegiati con l'ente pubblico e misure di sostegno specifiche.

Tali agevolazioni vengono ampliate per le tipologie di Ets che svolgono la propria attività con l'apporto prevalente del volontariato, ovvero le organizzazioni di volontariato (Odv) e le associazioni di promozione sociale (Aps).» Infine, premiate le filodrammatiche di Viarago e S. Genesio di Volano per i 50 anni d'attività.

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