Festival / Produzioni

Drodesera cambia (ancora) pelle: addio XL, ora è solo Centrale Fies

Non più un festival annuale, ma una serie di produzioni ed eventi, a cominciare da tre giorni a fine mese: ecco tutto il programma

di Fabio De Santi

DRO. Lo scorso anno la scelta di trasformare la denominazione ormai quarantennale di Drodesera in XL e ora quella di metterla, forse in maniera definitiva, in naftalina, lasciando spazio alla sigla di Centrale Fies. È questa la svolta decisa da chi da anni si è dedicato, in prima fila ci sono Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi, a far crescere un festival unico nel panorama trentino quale Drodesera per rilanciare, anche nell'immaginario collettivo, una realtà come quella di Centrale Fies a Dro.

Una realtà che da tempo produce performance, spettacoli e mostre, non legata solo ad una programmazione pubblica estiva, oltre a simposi sulle politiche culturali, laboratori per bambini e per ragazzi under 35, momenti continui di studio e formazione per artisti e artiste, curatori, ricercatrici.

Da qui la nuova formula illustrata nei dettagli a Dro, che rivoluziona la programmazione di Centrale Fies, non più intrecciata a un festival annuale, bensì scandita dagli eventi più importanti del centro di ricerca che sceglie di aprirsi al pubblico più volte, al ritmo del suo lavoro.

«Perché l'arte - ha spiegato Dino Sommadossi - non si compie solo nel momento in cui si va in scena, ma è un processo lungo, delicato, quotidiano e necessario. Non è un caso che la programmazione di quest'anno sia scandita dalla frase "C'è un posto vicino a te che ancora non conosci" un modo per strizzare l'occhio a chi già conosce il centro di ricerca e allo stesso modo per presentarsi e invitare chi ancora non lo conosce».

Per tutto il 2021 a Centrale Fies sarà possibile vedere pubblicamente gli esiti della sperimentazione: «I pubblici di Centrale Fies - ha sottolineato Barbara Boninsegna (in foto con Sommadossi) - avranno la possibilità di vedere da vicino prove aperte, performance, exhibit, e di fruire degli incontri sulle linee di lavoro e sulle politiche culturali. In un momento in cui il settore sta attraversando un periodo delicato è importante esserci con più costanza».

Nella prima tre giorni di eventi, dal 28 al 30 maggio, dal titolo «Thank you for coming», si inviterà il pubblico a partecipare agli ultimi giorni della residenza artistica di Marco D'Agostin prima del debutto parigino all'interno di Rencontres Chorégraphiques Internationales de Seine-Saint-Denis.Attorno alla prova generale aperta al pubblico dell'opera coreografica «Saga» si è immaginato un dolce rituale di ritorno alle pratiche "live" per attutire le paure e le fatiche dei mesi fuori dalle scene, rinegoziando i rapporti di fiducia e di piacere attraverso una programmazione extra ordinaria di performance, concerti, installazioni, spettacoli e talk dedicati al tema dell'esercizio della cura verso l'altro con Jérôme Bel/Laura Pante, Chiara Bersani, Carlo Capello, Filippo Michelangelo Ceredi, Emanuele Coccia, F.de Isabella, Ivo Dimchev, Alessandra Eramo (nella foto), Elena Giannotti, Alessandro Sciarroni, Emilia Verginelli, ZimmerFrei.

Dal 9 al 13 giugno s'incontreranno le artiste e gli artisti di «Live Works Summit 2021»: cinque giornate di performance, mostre e visioni in cui si uniranno i fellows dell'edizione 2020-2021 con i nuovi sei selezionati per la nona edizione 2021-2022.

Dall'1 al 3 luglio Centrale Fies ospiterà il «Feminist Futures Festival» che si lega ad Apap la rete europea dedicata alle Performing Art. Una rete d'ispirazione femminista che immagina futuri femminismi ripensando i corpi: i nostri, gli altri, quelli più fragili, quelli animali, quelli vegetali e anche quelli che scordiamo esserlo come l'aria, l'acqua o la terra stessa. Il pubblico potrà assistere a dibattiti e incontri, a performance di artisti internazionali prodotti e sostenuti dalla rete Apapa, così come alle produzioni degli artisti e delle artiste che in quest'anno si sono fatti curare e si sono presi cura di Centrale Fies, abitandone gli spazi e creando un tempo dove lo studio, la ricerca, la qualità e il confronto hanno trasformato gli spazi della Centrale in un campo-base perennemente attivo. Fra loro Anne Lise Le Gac, Chiara Bersani, Tatiana Julien, Eva Geatti, Michikazu Matsune, Harun Morrison, Oht, Sotterraneo, Jacopo Jenna/Sotterraneo e Kate McIntosh. A settembre invece focus sulla parte di ricerca praticata assieme ad accademie e università iniziata cinque anni fa con percorsi dedicati all'alta formazione e all'apertura ai visitatori dei risultati. In questo contesto verranno mostrati i primi esiti del nuovo progetto europeo «Pass the Mic. Decolonizzare l'educazione attraverso l'arte». Qui il potere emancipatore delle arti performative, intrecciato alla ricerca etnografica, verrà utilizzato per contribuire a decolonizzare l'educazione attraverso un modello educativo innovativo, che vedrà coinvolte scuole superiori, professionisti dell'arte contemporanea e università. Per tutti i dettagli sugli eventi e le prevendite: www.centralefies.it

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