Il futuro delle donne, con un pensiero per Agitu

ROMA - Dacia Maraini, scrittrice importante e donna da sempre impegnata, ha dato vita qualche anno fa a un collettivo di donne, scrittrici e giornaliste, chiamato «Controparola» che vuole raccontare l'altra metà del cielo. Il gruppo ha finora prodotto alcuni libri importanti, ma lo sguardo era rivolto al passato: «Donne del Risorgimento», «Donne della Grande Guerra», «Donne del Sessantotto».

Ora il collettivo ha deciso di fare un volume che identifica alcune figure di donne che permette loro di volgere lo sguardo al futuro, facendosi la domanda: chi sta lavorando per costruire il domani? In sostanza, fra qualche decennio, quando il tempo odierno sarà diventato passato, si sarà fatto storia, quali nomi di donna dovremo ricordare fra quanti hanno contribuito a fabbricare il futuro?

E così ecco alcuni densi ritratti di donne che stanno facendo la storia, ora e qui, dentro questo presente. C'è il ritratto di scienziate come Ilaria Capua, o di architette come Paola Antonelli. Di scrittrici e donne di teatro come Emma Dante, di Bebe Vio e di Ilaria Cucchi, statuaria protagonista di una battaglia di civiltà, di amore e di giustizia. E poi di calciatrici come Sara Gama, vera icona delle nuove generazioni frutto di contaminazioni, con mamma triestina e padre congolese che si è meritata la copertina del volume.

Quando il libro stava andando in stampa, è arrivata la notizia dell'omicidio di Agitu Ideo Gudeta, la pastora, la donna che aveva insegnato la gentilezza. E così al termine del volume c'è anche un ritratto di Agitu, scritto da Francesca Sancin, giornalista del Tg3 che ne era diventata amica. Ne fa un ritratto di poche pagine, ma amorevole e ricco di suggestioni.

Unica nota stonata è il definire la val dei Mocheni una delle «valli più chiuse e selvagge del Trentino».

Ne esce comunque la figura di Agitu, i cui occhi accarezzavano chi la avvicinava. Agitu avrebbe voluto scrivere un libro per raccontare la sua storia, il suo viaggiare come moderno Ulisse. Non ha finito la sua vita in modo naturale. Sancin ricoporta la lettera di Agitu che alle 4 di mattina andava «in cima al Gronlait per vedere il sorgere del sole e una volta sorto corro giù per le consegne. Non esiste regalo più bello che vedere il sorgere del sole e tutta la bellezza che abbiamo intorno».

Agitu non vedrà il futuro, ma noi possiamo contribuire a realizzarlo realizzando i suoi sogni, perché sia costruito dalle donne come lei.

Donne al futuro, il Mulino, pagine 278, 22 euro

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