Gli esercenti: il 27 marzo riapertura solo "simbolica", non una vera ripartenza

La data del 27 marzo "non può però essere considerata la ripartenza del settore, ma il primo passo simbolico del suo percorso.

Le attuali condizioni epidemiologiche impongono agli esercenti misure restrittive tali da non consentire al mercato di ripartire in maniera strutturata".

È la posizione degli esercenti del cinema (ANEC).

Che sottolineano "servono misure sostenibili". E ringraziano Franceschini per aver assicurato questa mattina che gli aiuti al comparto proseguiranno anche con le riaperture per accompagnare le imprese fuori dall'emergenza.

Gli esercenti ricordano di aver presentato al ministero, unitamente all'intero comparto dell'esercizio cinematografico e i partner della distribuzione, "un protocollo, partendo da quello con cui ha lavorato ad ottobre, con il rafforzamento di alcune misure, ma non uno stravolgimento". Mentre dall'analisi del Comitato Tecnico Scientifico, fanno notare, "si porrebbero condizioni estremamente restrittive che non consentiranno l'uscita di nuovi film in sala inibendo la riapertura della maggior parte delle sale, costrette ad una insostenibilità economica dell'attività".

Per l'associazione sono comunque "fondamentali le dichiarazioni del ministro di questa mattina, per le quali lo ringraziamo, in cui emerge appieno la conoscenza delle dinamiche del settore cinematografico, sottolineando come si sia voluto intraprendere un percorso simbolico ma doveroso con la data del 27 marzo, e si ribadiscono gli aiuti al comparto per il periodo di chiusura e un sostegno per accompagnare le imprese fuori dall'emergenza".

Di qui l'auspicio: "Confidiamo in un consolidamento del piano vaccinale che permetta nel mese di aprile di rivedere le forti restrizioni richieste allo stato attuale e poter finalmente parlare della ripartenza del mercato cinema, con graduale rafforzamento delle uscite di prodotto arricchito man mano dai blockbuster internazionali". (

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