La biblioteca di libri rari di Umberto Eco trova casa: alla Braidense

L’immensa biblioteca di Umberto Eco, oltre 30 mila volumi fra i più vari, trova definitivamente casa, anzi ne trova due. Dopo una lunga trattativa, iniziata nel 2018, infatti nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha registrato l’acquisizione dagli eredi dello scrittore, studioso e bibliofilo da parte del Ministero dei Beni culturali.

La collezione di volumi antichi, o meglio la «Biblioteca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica», sarà conservata alla biblioteca Braidense di Milano.

La biblioteca moderna e l’archivio invece saranno affidati per novant’anni in comodato all’università di Bologna, alma mater di Eco, che ne fu docente e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici. Si chiude così una vicenda travagliata, iniziata dopo la morte dell’autore del Nome della rosa su dove conservare il suo lascito, che ha avuto anche un passaggio al Tar da parte della famiglia contro il vincolo di indivisibilità apposto dalla Soprintendenza archivistica e libraria sul patrimonio librario quando ministro era Alberto Bonisoli.

“Umberto Eco amava Milano, e amava la Biblioteca Braidense, che considerava la sua biblioteca. Lui voleva che i suoi libri rari rimanessero a Milano, e venissero in biblioteca - ha ricordato James Bradburne, direttore del complesso di Brera di cui fa parte la Braidense - A casa sua, i libri rari erano privilegiati, e posizionati separatamente rispetto alla sua biblioteca moderna”. Dunque nulla di strano nella divisione, anzi. A Milano troveranno posto 1200 volumi antichi, fra cui 36 incunaboli e 380 volumi pubblicati fra il ‘500 e l’800. Libri disparati che hanno trovato spazio anche nei suoi romanzi come l’Arbor vitae crucifixae di Ubertino da Casale (fra i personaggi del nome della rosa) ma anche il Malleus Maleficarum, manuale degli inquisitori, o uno dei suoi volumi preferiti Peregrinatio in terram sanctam di Bernhard von Breyenbach, del 1490, libro “sublime - lo aveva descritto - per le sue incisioni su molti fogli ripiegati”.

A stabilire le modalità di conservazione e fruizione sarà un comitato scientifico con cinque membri, di cui due indicati dagli eredi e due dal Mibact, con l’obiettivo di “garantirne l’unitarietà della consultazione digitale”.

A Bologna invece i volumi e l’archivio di Eco saranno ospitati in un’ala della biblioteca universitaria - su progetto dell’architetto Luca Pedrazzi - che avrà il suo nome, in cui si potrà garantire l’ordine originale della disposizione dei libri.

comments powered by Disqus