Maria Devigili, il nuovo clip è girato nel deserto del Nevada

di Fabio De Santi

Ha un’ambientazione decisamente suggestiva come quella del Mojave Desert nella Valley of Fire in Nevada il nuovo videoclip di Maria Devigili (nella foto). La cantautrice, ed ora anche videomaker, di Trento ha puntato sul brano “Superstiti” tratta dal suo ultimo disco “Tempus fugit” uscito per Riff - Cardio.

Le immagini sono state girate la primavera scorsa quando la Devigili si trovava a Las Vegas in una sorta di lockdown nel lockdown non potendo rientrare in Italia. Sulla genesi del video l’artista racconta: «Fin dall’inizio ho associato questa canzone al deserto e a colonne sonore da film western. La canzone è abbastanza minimale, come molte altre mie canzoni ma, in questo caso, l’arrangiamento di Giuvazza ha impreziosito il suo vestito rendendo più definito il colore e la mia stessa intenzione».

 

Una collaborazione importante quella con Giuvazza che è anche chitarrista e produttore artistico di Eugenio Finardi (collaboratore anche di Levante e Bianco) che ha già collaborato in passato con la cantautrice, ad esempio arrangiando “Inconsapevoli”, canzone proposta a Sanremo Giovani 2016. «Anche se il pezzo - sottolinea la Devigili è uscito nel 2018, credo che Superstiti potrebbe benissimo essere una canzone composta in questi ultimi mesi, visto il tema “apocalittico”. Las Vegas, in questo senso, è un set ideale, anche solo per il fatto che fino a pochi anni fa, nel deserto a pochi miglia dalla città venivano compiuti test nucleari».

E proprio il deserto è uno dei protagonisti del videoclip, girato dalla stessa cantautrice, dal suggestivo “deserto rosso” della Valle del fuoco a diversi scorci del deserto Mojave che circonda Las Vegas con il suo caldo e polveroso abbraccio.

«Per me Las Vegas è una città dai mille contrasti e che ben rappresenta il paradosso dell’esistenza umana. Da una parte “città del peccato” e della perdizione, tra vizi e gioco d’azzardo, dall’altra città sorta in mezzo al deserto, meta di eremiti, riserve indiane e comunità religiose. L’ombra ascetico-religiosa si riflette nelle stesse origini della città, che nella seconda metà dell’Ottocento, fu roccaforte dei mormoni determinati a convertire i nativi indiani Paiute che lì vivevano da centinaia di anni. Nei primi anni del Novecento, Las Vegas diventò la città progressista per antonomasia grazie alla possibilità offerta del “divorzio veloce” mentre nella maggior parte degli altri Stati americani questo non solo non era veloce ma non era neppure permesso se non in caso di adulterio comprovato». E nel video di Devigili si evidenzia il contrasto: da una parte Las Vegas come tutti la conosciamo, con i suoi casinò, i cartelloni luccicanti, le auto che vanno e vengono e, dall’altra, il deserto, il vento e il senso selvaggio di libertà che si respira nei grandi spazi.

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