Da una crisi si può sempre rinascere: arriva "Vivi e lascia vivere"

«Ha un titolo che sembra un premonizione, “Vivi e lascia vivere”. Ma tornerà, speriamo, la luce, anche se l’angoscia oggi rischia di farci sbandare. È una serie piena di segreti, suspense, con una punta noir quasi thriller, si ride, ci si commuove, ci si interroga. Il mio personaggio, Laura, cinquant’anni portati con sfrontatezza, custodisce un segreto che quando sarà scoperto farà deflagrare la famiglia e metterà tutti in crisi. Ma ogni crisi è un’opportunità per ripartire».

Elena Sofia Ricci, in una conversazione telefonica con l’Ansa, parla della nuova serie, Vivi e lascia vivere, targata BiBi Film per Rai Fiction, prodotta da Angelo Barbagallo, in onda su Rai1 da giovedì 23 aprile in 6 prime serate. David di Donatello come migliore attrice protagonista per Loro di Paolo Sorrentino, l’attrice conferma la sua trasversalità tra cinema e tv.

È un family drama nato da un’idea del regista cinematografico Pappi Corsicato che si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa di una serie tv, ambientando nella sua Napoli le vicende della famiglia Ruggero, composta da una mamma dai suoi tre figli, la primogenita Giada di 23 anni e i gemelli di 17 Nina e Giovanni.

«Laura - racconta l’attrice - è una donna pragmatica che deve darsi da fare». Una vita, la sua, apparentemente normale, fino al giorno della morte del marito: di sosta con la nave a Tenerife, Renato Ruggero (Antonio Gerardi) rimane coinvolto in un incendio. Ed è così che la donna, dal nulla, crea un nuovo lavoro, che trasforma in una vera e propria impresa al femminile («inizia a occuparsi di street food in giro per Napoli, dando la possibilità ad altre donne di emanciparsi e diventare autonome»), mentre il suo passato insospettabile si riallinea al suo presente. Un suo grande amore mai vissuto, un uomo affascinante, implicato in affari poco puliti, compare a stravolgere il fragile equilibrio, riportando nella vita di Laura l’amore, la diffidenza, mettendo in pericolo lei e i figli.
Nel cast Iaia Forte, Silvia Mazzieri, Carlotta Antonelli, Bianca Nappi, Giampiero de Concilio, con Massimo Ghini nel ruolo di Tony. Mentre ad interpretare Laura giovane è proprio la figlia di Elena Sofia Ricci, Emma Quartullo, avuta dall’attore e regista Pino (l’attrice è sposata dal 2003 con il compositore e direttore d’orchestra Stefano Mainetti dal quale ha avuto la secondogenita Maria). «Emma è laureata in regia al Dams ed è quello che vorrebbe fare, come lo zio Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot), nipote di Stefano. A volerla, dopo un provino, Pappi Corsicato, che le ha detto ‘spiega a tua madre come entrare nel personaggio, tu lo hai centrato».
Ma Elena come sta vivendo questo periodo di quarantena? «Come tutti, confesso che ultimamente lo sconforto sta prendendo il sopravvento, non tanto per me che mi ritengo una privilegiata, ma per quelle tante, troppe persone che lavorano nel mondo dello spettacolo. Gli invisibili. Anche guardando al dopo, ci stiamo preparando alla fase due, a tornare alla normalità, ma cosa ne sarà di tutto quello che si è perso per strada? Parlo con il massimo rispetto per le famiglie di tutte le vittime e per le migliaia di ammalati di questa pandemia che è arrivata come uno tsunami, cogliendo impreparati non solo noi, ma tanti Paesi nel mondo. Non voglio fare un discorso qualunquista: se guardo alla nostra categoria (e ho più amici medici che attori), migliaia di maestranze, tecnici delle luci, del suono, montatori, truccatori, attrezzisti, scenografi, c’è un mondo che la gente ignora esista dietro ad ogni progetto e che rischia di rimanere fermo ancora, di morire di fame, senza una pensione. Quando si ritornerà sui set e a quali condizioni e come? Ovviamente - sottolinea - ognuno parla per la sua categoria, lo stesso vale per centinaia di altre, per milioni di persone a rischio povertà. Dovevamo partire il 20 marzo con le riprese di Che Dio ci aiuti 6, ma è tutto fermo, ci sono colleghi che speravano di pagarci l’affitto».

In questa serie l’attrice ha anche scene passionali, anche se girate con eleganza, non esattamente nel suo Dna. «Verissimo - risponde - sono quelle che mi imbarazzano di più, perché sono per natura una persona molto pudica. Pensi che con Claudio Amendola quando giravamo i Cesaroni ci addormentavamo vestiti nel letto tra un ciak e l’altro, ma siamo fratello e sorella.

Con Massimo Ghin... ci conosciamo da una vita. Comunque Pappi - scherza - è il secondo napoletano che mi frega, dopo Paolo Sorrentino. C’era una scena che mi vergognavo di girare e lui: “Elena faccio uscire tutti dalla stanza, al buio ci sei solo tu, serena”. Peccato che era con una maxi vetrata e fuori era pieno di gente. Praticamente ero in vetrina ad Amsterdam. Quando ha dato lo stop si è avvicinato un tecnico “A Sofì, ma lo sai che rispetto a ‘ste ragazzine non c’è gara, stai ‘na favola”. La meraviglia di chi ci accompagna...».

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