Don Giovanni, l'eterno libertino Grande musica al Sociale

Fine settimana di grande musica al Teatro Sociale di Trento con il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart e la musica dell'Orchestra Haydn.
L'evento rientra nella Stagione d'Opera della Fondazione Haydn che propone una rilettura dell'intramontabile mito del libertino mozartiano.
Dopo l'avvio bolzanino con il dittico Radames-Lohengrin, prosegue dunque al Teatro Sociale di Trento, sabato alle ore 20 e domenica alle ore 17 , la stagione con uno dei capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart. L'opera del genio salisburghese verrà proposta in un nuovo allestimento - coprodotto da Fondazione Haydn, Teatro di Pisa, Teatro Goldoni di Livorno e Teatro del Giglio di Lucca – con la firma della regista Cristina Pezzoli . L'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento sarà diretta nell'occasione da Francesco Pasqualetti . Scene e costumi di Giacomo Andrico .

Con il Nuovo Balletto di Toscana e il Coro Ars Lyrica diretto da Marco Bargagna .
Il cast è formato da cantanti tra i migliori del panorama italiano: Daniele Antonangeli nel ruolo di Don Giovanni, Paolo Pecchioli (Il Commendatore), Sonia Ciani (Donna Anna), Raffaella Milanesi (Donna Elvira), Federica Livi (Zerlina), Diego Godoy (Don Ottavio), Nicola Ziccardi (Leporello), Francesco Vultaggio (Masetto).
Nella sua regia Cristina Pezzoli vede Don Giovanni da un'angolazione femminile, descrivendo il protagonista come un eterno bambino: «Penso che ogni donna possa facilmente riportare alla memoria i "don giovanni" con cui ha avuto a che fare - dice la regista - e immagino cosa ci si potrebbe aspettare da una "lettura al femminile"' di Don Giovanni, ma io non sono inte­ressata a fare di quest'opera e di questo personaggio una lettura post femminista. "Il Don Giovanni" mozartiano esige di essere rappresentato con una maggiore complessità, sospendendo il giudizio morale sulle malefatte dell'empio, alla ricerca del suo nucleo fondativo profondo».

Don Giovanni diviene così «un personaggio mosso dal bisogno incessante di gioco e conoscenza, che prende tutto poco sul serio: la vita, le donne, Dio, la morte». Un Circo Nero ospiterà immagini, visioni, numeri ludici dalla notte delle malefatte sino al momento della punizione divina.
L'opera, conosciuta da tutti sulla musica di Mozart e il libretto di Lorenzo Da Ponte, fu richiesta dal Teatro di Praga che voleva un'opera giocos. Il libretto rispecchia chiaramente questo intento, ma l'opera nel suo complesso è percorsa da drammaticità e la musica cela sotto il velo giocoso una tale ricchezza e profondità di emozioni, al punto che Don Giovanni viene considerata da molti anche un'opera tragica.
Mentre Mozart lavorava a Vienna ai due atti dell'opera, il padre Leopold morì a Salisburgo. Numerosi musicologi tendono a intravedere nel Don Giovanni il disperato tentativo di Mozart di esorcizzare la convinzione di aver causato la morte del padre attraverso le delusioni procurate.
L'attesa è molta per questa opera, tanto che ormai i biglietti sono quasi tutti esauriti.

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