Baglioni lancia Sanremo «Non sarà Festival politico»

«Non sarà un festival politico», ma «si baserà sulle canzoni». Acqua sul fuoco delle polemiche: sembra questo il leitmotiv della vigilia a Sanremo. Se il ‘dirottatore artisticò Claudio Baglioni assicura che «nella parte dell’intrattenimento vincerà la leggerezza», la direttrice di Rai1 Teresa De Santis anticipa le domande e affronta subito il nodo del presunto conflitto di interessi del cantante: «La nostra produzione musicale e culturale vive anche di contiguità», anzi spesso ne deve «fare tesoro: attraverso rapporti amicali si possono ottenere artisti che altrimenti non si sarebbero avuti». Questo non vuol dire inficiare la qualità, aggiunge citando l’esempio del Live Aid, anche perchè Baglioni ha «una coscienza molto forte» e «non ha bisogno di chissà quali sovvenzioni o giochi di potere».

Fuori dell’Ariston un tapiro d’oro gigante attende la Rai, il festival e Baglioni: è il segno della presenza di Striscia la notizia, che da giorni cavalca la polemica sul presunto cerchio magico del direttore artistico e del suo manager, Ferdinando Salzano, alla cui scuderia - la Friends and Partners - fanno capo numerosi artisti in gara e ospiti, tra management e organizzazione dei live. In sala stampa, però, le rose rosse celebrano la pace tra Baglioni e De Santis («gli screzi non ci sono stati, siamo avviati verso una sempiterna amicizia», dice lei sgombrando il campo dai rumors sulle frizioni legate alla dichiarazioni del cantante in tema migranti) e l’azienda fa quadrato attorno al festival.

«Quando si fa un contratto ad un artista vivente e operante - sottolinea la direttrice di Rai1 - è normale che abbia rapporti anche con l’industria della produzione musicale e dunque sta alla sua coscienza, che credo sia molto forte, portare avanti i risultati. E mi pare che lo scorso festival lo abbia ampiamente testimoniato». Baglioni «ha 50 anni di storia e un profilo internazionale: non penso che voglia buttare alle ortiche questa esperienza per finire nelle strettoie di chissà quali oscure macchinazioni e veder denigrare la sua arte».

Rincara la dose il vicedirettore di rete, Claudio Fasulo: «La clausola di trasparenza c’è ed è stata rispettata, il contratto di Claudio Baglioni è in linea con quello firmato dai direttori artistici precedenti». E soprattutto rivendica «scelte inattaccabili dal punto di vista della qualità. Questa situazione è figlia di un mercato molto concentrato, ma abbiamo operato nell’assoluta trasparenza». Peraltro la Rai, aggiunge De Santis pur chiamandosi fuori dagli aspetti tecnici del contratto, «non è portata ad adagiarsi in facili violazioni, è sottoposta a uno scrutinio feroce, è sempre sotto i riflettori e oggetto di polemiche, che fanno riferimento alla politica.

L’azienda è sotto il controllo di Agcom, Corte dei Conti, Vigilanza. In cda c’è sempre un magistrato della Corte dei Conti».
Baglioni insiste sul concetto di festival «popolar nazionale», «dell’armonia, che non è un dato di partenza, è una conquista». Incassa un nuovo ospite, Riccardo Cocciante, sul palco mercoledì, e lancia come superospite della prima serata Andrea Bocelli con il figlio Matteo: «Ci sarà un episodio di nepotismo», scherza. Poi rivela di avere ancora qualche colpo in canna e chiede alla de Santis: «Canna si può dire?» La risposta: «Sì, ma non si può fare». Relegata alle battute, la politica troverà forse spazio negli interventi di Claudio Bisio? L’attore replica con una punta di stizza: «Non parlerò di migranti, ma neanche di Venezuela, di Bolsonaro, del nuovo esame di maturità, del buco dell’ozono. Forse farò qualche battuta sullo spostamento del polo magnetico della terra. Se parlerò della Juve? Non dirò nulla, lo giuro».

Oggi si parte, ma intanto il Baglioni bis può già contare sul record della raccolta pubblicitaria. «Viaggia tra i 28 e i 29 milioni, almeno 3 di più dello scorso anno», anticipa De Santis. E il futuro? Non c’è due senza tre? «È solo un proverbio», risponde Baglioni, svicolando con un sorriso: «Si dice anche ‘l’unione fa la forza? e ‘chi fa da sè fa per tre’».


 

ECCO I 24 BIG IN GARA

Ecco l’elenco dei 24 big in gara al festival di Sanremo con i titoli delle canzoni (in ordine alfabetico) e i duetti.

  1. Achille Lauro (Rolls Royce) - duetto con Morgan;
  2. Arisa (Mi sento bene) - duetto con Tony Hadley e Kataklò;
  3. Boomdabash (Per un milione) - duetto con Rocco Hunt;
  4. Loredana Bertè (Cosa ti aspetti da me) - duetto con Irene Grandi;  
  5. Federica Carta e Shade (Senza farlo apposta) - duetto con Cristina D’Avena;
  6. Simone Cristicchi (Abbi cura di me) - duetto con Ermal Meta;
  7. Nino D’Angelo e Livio Cori (Un’altra luce) - duetto con i Sottotono;
  8. Einar (Parole Nuove) - duetto con Biondo;
  9. Ex-Otago (Solo una canzone) - duetto con Jack Savoretti;
  10. Ghemon (Rose viola) - duetto con Diodato e i Calibro 35;
  11. Il Volo (Musica che resta) - duetto con Alessandro Quarta;
  12. Irama (La ragazza col cuore di latta) - duetto con Noemi;
  13. Mahmood (Soldi) - duetto con Guè Pequeno;
  14. Motta (Dov’è l’Italia) - duetto con Nada;
  15. Negrita (I ragazzi stanno bene) - duetto con Enrico Ruggeri e Roy Paci;
  16. Nek (Mi farò trovare pronto) - duetto con Neri Marcorè;
  17. Enrico Nigiotti (Nonno Hollywood) - duetto con Paolo Jannacci;
  18. Patty Pravo con Briga (Un po’ come la vita) - duetto con Giovanni Caccamo;
  19. Francesco Renga (Aspetto che torni) - duetto con Bungaro ed Eleonora Abbagnato;
  20. Daniele Silvestri (Argento vivo) - duetto con Manuel Agnelli;
  21. Anna Tatangelo (Le nostre anime di notte) - duetto con Syria;
  22. The Zen Circus (L’amore è una dittatura) - duetto con Brunori SAS;  
  23. Paola Turci (L’ultimo ostacolo) - duetto con Beppe Fiorello;
  24. Ultimo (I tuoi particolari) - duetto con Fabrizio Moro.

 

 

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