Trento Film Festival sedotto dal fascino dell'Islanda

Due anni fa l'India, nella scorsa edizione il Cile. Quest'anno invece il «Paese ospite» della 65ª edizione del Trento Film Festival, che si svolgerà dal 27 aprile al 7 maggio, sarà l'Islanda.

La voglia di viaggiare, il desiderio di esplorare luoghi ancora sconosciuti, immergendosi pienamente nella straordinaria varietà che la natura del nostro mondo ci mette a disposizione.

Ma anche un forte sviluppo turistico, i dilemmi della sostenibilità sociale ed ambientale, tutti elementi che vanno a collocarsi al fianco di un patrimonio naturale e culturale che ha molto da offrire.

Un festival del quale, come sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Trento Giovanni Bort, si parla forse ancora troppo poco e che non riesce a coinvolgere totalmente la comunità. Un'occasione, tuttavia, veramente importante per il territorio trentino, una continua sfida che potrà portare lustro non solo dal punto di vista ambientale e culturale, ma anche all'intero sistema e meccanismo di amministrazione, gestione e collaborazione che questo evento genera.

«Trento è sempre stata e sempre sarà sinonimo di montagna, di natura, di rispetto per l'ambiente - spiega l'assessore alla cultura di Trento, Andrea Robol . - Il Trento Film Festival è uno dei vanti culturali della nostra città, un evento condiviso dalla città e da tutta la comunità trentina. È un'occasione per farci conoscere in tutto il mondo, per questo siamo tutti impegnati a dare il benvenuto a tutti coloro che arriveranno per questo importante appuntamento».

Un pensiero condiviso anche dall'assessore alla cultura di Bolzano, Sandro Repetto , il quale ha evidenziato come questa manifestazione rappresenti un utile punto di incontro e sinergia tra le due Province.

Un'edizione che, come ogni anno, ricomincia da zero cercando di porsi sempre con un punto di partenza nuovo ed originale. Anche per questo, il manifesto scelto per rappresentare il festival è stato definito come «silenzioso ed essenziale», volto a rappresentare uno stacco rispetto alle precedenti edizioni in cui i disegni erano ricchi di colori. Un ritorno alla semplicità della montagna, frutto della felice intuizione di Guido Scarabottolo , artista che proprio (casualmente) in quel di Trento, durante una breve vacanza, ideò quella che sarebbe diventata l'opera simbolo della 65ª edizione.

«Abbiamo scelto Scarabottolo per la sua capacità di cogliere gli aspetti primari e più importanti della vita - ha evidenziato la direttrice del festival, Luana Bisesti . - Come la montagna, della quale nel manifesto emergono le linee essenziali, quelle che l'occhio umano mantiene nel ricordo, quelle che fanno sognare e generano, come onde, nuove idee e sensazioni. Ma sono anche le linee della forza della natura, come quelle della lava che erutta dai vulcani dell'Islanda e che ricordano come l'uomo sia, prima di tutto, uno dei tanti organismi del nostro unico pianeta Terra».

«L'Islanda costituirà uno dei momenti più importanti della manifestazione - ha affermato il presidente del festival Roberto De Martin . - Con un ricco programma cinematografico e un altrettanto ben strutturato programma di eventi, andremo alla scoperta di questo Paese dalla natura unica e affascinante. Rifletteremo durante il festival sul rapporto tra l'uomo e la natura, perché si avverte un bisogno sempre più forte di ritorno ad essa, di un contatto con un ambiente meno antropizzato e più selvaggio».

«Destinazione... Islanda» si comporrà quindi di un programma suddiviso in più temi. «Glacier Man» di Kári G. Schram, «The More You Know» di Karna Sigurðardóttir, «Horizon» di Bergur Bernburg e Fridrik Thor Fridriksson e «The Ring Road» di Fridrik Thór Fridriksson, per quanto concerne il rapporto tra gli islandesi e la loro terra.

Il legame con la natura verrà evidenziato, invece, in «A Thousands Autumns» di Bob Krist, «Grace Of God» di Kristján Loðmfjörð, «The Laxá Farmers» di Grímur Hákonarson, «The Atom Station» di Nick Jordan e «High Voltage» di Ólafur Rögnvaldsson. «Iceland: Year Zero» di Sigurður Hallmar Magnusson e «We Are Still Here» di Ásdis Thoroddsen tratteranno temi legati alla crisi finanziaria islandese e alle rapide trasformazioni dal punto di vista industriale, mentre «Inside A Volcano - The Rise Of Icelandic Football» di Sævar Gudmundsson ripercorrerà il recente percorso calcistico della nazionale osservato agli Europei francesi. Infine, «The Hot Tub» di Harpa Fönn Sigurjónsdóttir dedicato alla conviviale tradizione islandese del bagno nelle piscine geotermiche.


 

Una sorta di «riscaldamento» in vista degli appuntamenti successivi, sarà rappresentato dalla terza edizione della rassegna « Avvicinamenti ».
Dal 28 febbraio al 18 aprile verranno proiettati otto film , come preparazione al programma «Destinazione... Islanda» del festival.

«Un conto alla rovescia alla prossima edizione - ha affermato Sergio Fant , responsabile del programma cinematografico del festival - per prepararsi a venire al cinema tutti i giorni, come ci auguriamo torneranno a fare numerosi gli spettatori. Le opere avrebbero avuto pieno diritto di stare nel programma del festival, ma il calendario delle distribuzioni cinematografiche è ampio, dunque la soluzione è stata collocarle in "Avvicinamenti"».

Al cinema Astra verranno proiettati in anteprima « Monte » del maestro iraniano Amir Naderi (28 febbraio), il recente successo internazionale islandese « Passeri » di Rúnar Rúnarsson (14 marzo) come anticipazione del programma «Destinazione Islanda», « Dawson City: Frozen Time » di Bill Morrison (martedì 4 aprile) e « La principessa e l'aquila » di Otto Bell (18 aprile), recentemente preselezionato per gli Oscar 2017.

Il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale ospiterà, invece, i documentari « Mingong » di Davide Crudetti (1 aprile), girato in Cina nell'ambito del concorso «Fuorirotta 2016» e « Les sauteurs » di Abou Bakar Sidibé, Moritz Siebert e Estphan Wagner (7 marzo), presentato all'ultimo festival di Berlino.

In più, verrà riproposto uno dei film più amati della scorsa edizione, ovvero « Café Waldluft » di Matthias Koßmehl. Infine, «Avvicinamenti» debutterà al Cineforum Trento con « Athos » di Peter Bardehle e Andreas Martin (21 marzo).

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