Wakeman a Trento: «Vi farò sentire il meglio degli Yes»

di Fabio De Santi

Con gli Yes ha inciso dischi come «Fragile», «Close to the Edge» e «Yessongs», album storici che hanno da tempo superato i 40 milioni di copie vendute e negli anni con altri progetti ha alimentato il mito del rock progressivo. Lui è Rick Wakeman il musicista inglese che si esibirà in un concerto di solo pianoforte mercoledì 8 febbraio all'Auditorium S.Chiara per l'evento organizzato da Fiabamusic. 
Abbiamo sentito l'artista britannico, nato nei pressi di Londra nel 1949 e soprannominato «la lunga chioma bionda del rock» per parlare di rock, Bowie, Italia e Brexit. 
Mr. Wackeman: che tipo di live sarà quello che porterà anche in Italia in questo tour?
Ho proposto live suonando solo piano per qualche anno e la loro popolarità è molto cresciuta per il fatto che le persone sono genuinamente interessate ad ascoltare musica così come veniva spesso scritta e come veniva messe insieme in origine. Questo apre anche diverse opportunità di suonare tutti i tipi di musica.
Quali brani suonerà?
La scaletta sarà una sorta di miscuglio della mia musica, alcuni brani degli Yes, alcuni pezzi di artisti con cui ho lavorato come David Bowie, Cat Stevens? ma ci saranno anche delle sorprese. 
Lei è considerato una delle leggende del prog rock: le pesa questo status?
Mi sento estremamente onorato e faccio sempre il possibile per suonare al meglio di dare tutto il possibile e tenere alto lo standard che mi sono imposto.
Lei ha fatto anche parte degli Yes, una band storica: cos'è la cosa più bella che ricordi di quegli anni?
Ho passato più di 13 anni dentro e fuori gli Yes. Sono orgoglioso del fatto di essere associato a questa band alla sua musica. È bello guardarsi indietro a rincorrere ricordi tanto stimolanti... per lo più belli. Abbiamo discusso molto nei primi anni su cosa suonare ma devo dire che il risultato finale era sempre una qualcosa di cui essere soddisfatti.
A questo proposito ci sono voci che parlano di una reunion degli Yes in questo 2017. 
Che non ci sono possibilità in questa direzione. In questo periodo oltre ai miei concerti da solista sono concentrato sul progetto Arw accanto a Jon Anderson e Trevor Rabinc che continueranno con Lee Pomeroy al basso e Lou Molino alla batteria e posso assicurare che non ci saranno né reunion né collaborazioni. Lo dico pur sapendo che questo non farà certo contenti i tanti fan degli Yes. 
Cosa è cambiato maggiormente a suo avviso nella concezione della musica da quando ha iniziato negli anni '60 a questo terzo millennio?
Ho sempre cercato di essere me stesso. Suono sempre cose in cui credo e cerco di non farmi contaminare da cattive influenze.
Nella sua carriera ha collaborato anche con David Bowie con cui ha scritto anche «Life on Mars». Qual è il suo ricordo di questo grande artista?
Lavorare con David è stato fantastico. Ho imparato più da David Bowie che da chiunque altro su come lavorare in studio e come relazionarmi con gli altri musicisti. Siamo stati anche vicini di casa per tanti anni in Svizzera? quindi avevamo una rapporto forte. La sua eredità continuerà a vivere per tanto altro tempo ancora.
Quale rapporto ha con l'Italia e il suo pubblico?
Ho un lungo rapporto e un amore vero per L'Italia? e il suo cibo, Ho passato molto tempo sia a Milano sia a Napoli in particolare e amo la cultura, l'arte e la storia musicale dellla vostra terra. Ho fatto un documentario per la Tv su Vivaldi e ciò mi ha portato per due settimane a Venezia per girare. Sono anche un ammiratore del Palladio, l'architetto genio e ho visitato molte delle sue ville. Ho sempre sognato di avere un piccolo appartamento costruito da lui con un grande piano a cui sedermi e suonare. 
Cosa pensa della Brexit e si aspettava questa scelta del suo popolo? 
Ho votato per la Brexit. Mi piace l'identità che i Paesi europei hanno e sentivo che il Regno Unito stava perdendo la sua identità. Credo anche che un Paese deve essere in grado di farsi le proprie leggi e non essere diretto da un governo europeo. Penso che proprio a causa del fatto che il Regno Unito aveva perso il controllo, la gente qui era molto arrabbiata.
Cosa prevede oltre ai live il suo 2017?
Sono molto impegnato con il tour degli Arw che mi porterà in giro per il mondo. Oltre a questo avrò i miei «solo live» e delle registrazioni. A questo si aggiunge il fatto che qui faccio molta televisione e radio. Stiamo già guardando ai progetti per il 2018.

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