Anziani trentini, attenzione a depressione e alcol
Il report: gli over 65 trentini si muovono, si curano e hanno una buona rete sociale che li sostiene. L’Istituto superiore di sanità: in Trentino situazione positiva, ma emergono campanelli d’allarme da non sottovalutare. Uno su quattro ammette un consumo di alcolici a rischio
TRENTO. Si muovono e vanno anche in bicicletta, molto più dei "colleghi" nel resto d'Itala. Si vaccinano e hanno smesso di fumare. Però cadono, spesso: uno su quattro è finito a terra nell'ultimo anno. E i sintomi depressivi sono in crescita, con l'alcol che rappresenta un problema. Ma la rete sociale intorno a loro regge e solo uno su dieci rinuncia a visite mediche ed esami. Tutti questi elementi rispondono a una macro domanda: Come stanno i nostri anziani?
Una questione di fondamentale importanza, alla quale ha provato a dare una risposta l'Istituto superiore di sanità con l'indagine Passi d'Argento, un sistema di sorveglianza nazionale della popolazione con più di 64 anni. I risultati del report rappresentano un punto di partenza importante per studiare le strategie - tra il sanitario e il sociale - da adottare nei confronti di questa fascia di popolazione sempre più ampia, anche e soprattutto in Trentino.
I dati, come accennato, riguardano ventuno diversi indicatori, con percentuali su base regionale: i trentini che hanno risposto sono persone con più di 65 anni, una su quattro (24%) vive sola e solo l'1,7% (è il 7,3% in Italia) dice di avere difficoltà economiche.
Uno dei problemi principali analizzati è quello delle cadute: negli anziani è particolarmente rilevante non solo per la frequenza e la gravità degli esiti nel caso di fratture, ma anche per le conseguenze sul benessere psico-fisico della persona, perché anche la sola insicurezza legata alla paura di cadere può limitare notevolmente lo svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Nel biennio 2023-2024 il 7,5% degli intervistati trentini ha dichiarato di essere caduto nei 30 giorni precedenti l'intervista (6,4% la media nazionale), ma solo nel 3,3% dei casi è stato necessario il ricovero ospedaliero di almeno un giorno, contro una media nazionale del 13,8%. Più di un anziano trentino su due (55%) usa dei presidi anticaduta (tappetini antiscivolo, maniglioni o seggiolini). Anche per quanto riguarda le cadute nell'ultimo anno il Trentino è sopra la media: 22,2% contro il 19.9%.
Un dato estremamente positivo riguarda invece l'isolamento sociale: solo l'8,4% dei trentini si sente solo (13,9% in Italia) e solo il 9,5% non riesce mai a conversare con qualcuno (14,8% in Italia). Tuttavia, nonostante una rete che evidentemente esiste (centro anziani, la parrocchia, i circoli o le associazioni culturali): il 6,5% dice di avere sintomi depressivi e il 69,7% ha fatto delle richieste di aiuto in tal senso. Il dato è in aumento rispetto al biennio precedente (4,1%), anche se in calo rispetto al pre Covid, quando arrivava al dieci per cento.
Si tratta, comunque, di un campanello d'allarme da non trascurare. Nonostante l'età, lo stile di vita e la salute media degli anziani trentini sono buone, con percentuali migliori rispetto al resto d'Italia: solo il 22% si dichiara sedentario, contro il 38% a livello nazionale, e uno su due dice di non essere alle prese con patologie croniche.
Se il fumo non sembra essere un problema (i fumatori sono l'8,7% contro il 10,9% italiano), l'alcol può esserlo. Un anziano su due (49,6%) dice di consumarne (37,2% in Italia) e uno su quattro (25,2%) ammette un consumo a rischio (16,7% in Italia).
Infine l'attenzione alla propria salute: l'8,8% ammette di aver rinunciato a visite mediche o esami contro un 14,9% di nazionale e un anziano su cinque (19,8%) dice di avere difficoltà nell'accesso ai servizi socio sanitaria (31,3% in Italia). Capitolo sicurezza: solo il 4,1% percepisce come poco sicuro il quartiere dove vive. Dopo la Valle d'Aosta (2%) è la percentuale più bassa d'Italia.