Piombo e fitofarmaci vietati rinvenuti nel polline portato dalle api
I risultati di un monitoraggio finanziato dall’Unione europea mostra concentrazioni di inquinanti a volte superiori ai valori di salubrità, in particolare a Montevaccino
TRENTO. Sono stati presentati al Muse i risultati di ACT4BEES, la ricerca partecipata che ha analizzato i pollini raccolti dalle api per monitorare la biodiversità e la qualità ambientale nel territorio comunale di Trento. Finanziata dall'Unione Europea - NextGeneration EU, la ricerca ha coinvolto apicoltori e cittadinanza in un percorso di Citizen Science che, tra aprile e luglio, ha toccato fondovalle, colline e Monte Bondone.
L'iniziativa è stata coordinata dalla mediatrice scientifica del Muse Maria Vittoria Zucchelli. Esaminando il polline raccolto dalle api nel territorio comunale di Trento in tredici punti di osservazione, sono emersi risultati sorprendenti e in parte inattesi. Dalle analisi del polline, emergono concentrazioni di inquinanti superiori ai valori di riferimento adottati in studi comparativi per ambienti considerati salubri. Ad esempio, è stato rilevato del piombo: rispetto a un valore indicativo di 100 ppb (parti per miliardo), negli esami condotti tra la primavera e l'estate del 2025, il livello ha superato i 200 ppb a maggio nella rilevazione condotta a Roncafort, i 120 a giugno e luglio; poco sopra ai 100 ppb ai Solteri, sia a maggio sia in estate; tra i 100 e i 150 in zona Muse; tra i 150 e i 100 a Romagnano; tra i 120 e i 190 a Meano; ma il valore più significativo è stato individuato a Montevaccino: oltre i 120 ppb a maggio e oltre i 300 ppb tra giugno e luglio. Il dato di Montevaccino risulta particolarmente interessante in quanto l'abitato è distante dalle aree del fondovalle che si possono ritenere più esposte a fonti di inquinamento da piombo.Si può quindi ipotizzare una specificità locale. Le altre località (Trento Sud, Martignano, Povo, Sopramonte, Candrai, Viote, Ravina) mostravano livelli pari o inferiori ai 100 ppb.
Oggi il piombo continua a contaminare l'ambiente principalmente a causa delle attività umane. Sebbene l'uso nei carburanti sia vietato da tempo, i residui persistono nei suoli urbani e lungo le strade. Le industrie metallurgiche, le vecchie vernici e impianti idraulici, le polveri sottili e i sedimenti fluviali rappresentano tuttora fonti di rilascio. In agricoltura, il piombo può essere presente nei terreni contaminati da fonti esterne e può entrare nella catena alimentare. La sua persistenza e capacità di accumulo lo rendono un indicatore critico nei monitoraggi ambientali e nei progetti di bonifica. L'entomologo dell'Università di Bolzano Sergio Angeli ci ha aiutato a interpretare questi dati: «Le api trasportano il polline per diversi chilometri e dunque non si può escludere che trasportino gli inquinanti da una zona all'altra della città».
Inoltre, questo tipo di rilevazione, ha spiegato il professore, «non deve essere inteso come campionamento sistematico, paragonabile a indagini ambientali mirate». In ogni caso, il piombo è presente ed è disperso nell'ambiente. Anche sul fronte dei fitofarmaci, le "zampette" delle api raccolgono molecole potenzialmente non auspicabili: in un unico campione di polline raccolto nella zona di Romagnano sono stati rilevati tre tipi di insetticida, dieci tipi di fungicida, due tipi di erbicida. In totale sono stati individuati diciotto fitofarmaci. Non tutti questi prodotti sono illegali, ma molti sono soggetti a restrizioni crescenti. Altri invece non sono più autorizzati. Un esempio è la famiglia dei ditiocarbammati, come mancozeb, propineb, zineb e metiram: questi non sono più legali in UE per l'uso come fitofarmaci, sebbene residui possano essere rilevati su prodotti alimentari importati. Insomma, anche queste molecole sono presenti nell'ambiente, nonostante le revoche e le limitazioni normative.