Il caso

Hotel trentino rifiuta di accogliere il cane guida di un turista non vedente

La denuncia di una coppia di ospiti lombardi nella zona del Banale: «Ci hanno negato una stanza che volevamo regolarmente prenotare, in più hanno anche apostrofato più volte il mio fidanzato cieco come handicappato»

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PRIMIERO «L'hotel voleva farci spostare perché mio figlio è disabile»

 

di Leonardo Pontalti

TRENTO - «Ci hanno negato una stanza che volevamo regolarmente prenotare, in più hanno anche apostrofato più volte il mio fidanzato non vedente come handicappato».

Spoiler: la vicenda che vede coinvolta, come vittime, una coppia di turisti di Pavia, è a lieto fine: hanno scelto di dare comunque fiducia al Trentino e scegliere un'altra struttura alberghiera in zona, ma il loro tentativo di trovare ospitalità nel Banale non era partito per il meglio, lasciando ai posteri una pagina non certo piacevole per il mondo dell'ospitalità trentina.

Tutto accade qualche giorno fa, all'inizio della settimana, quando la coppia decide di prenotare una stanza in una struttura di San Lorenzo: «Avevamo visto su un noto portale specializzato che la struttura aveva la disponibilità di una bella stanza, indicata come la migliore a disposizione e con tanto di balcone e per non dover per forza prenotare dal sito abbiamo chiamato direttamente il bed and breakfast», spiega la giovane lombarda.

Che prosegue: «Dall'altro capo del telefono mi ha risposto un addetto, al quale ho spiegato la situazione, con la necessità del mio fidanzato di accompagnarsi al suo cane guida perché non vedente. Correttamente ci è stato risposto che la camera era disponibile, ma che la struttura non accettava animali e che dunque avrebbe dovuto sentire prima la sua titolare, per poterci concedere la stanza. A quel punto ho fatto presente che per legge (la 37 del 1974, integrata dalla 60 2006, ndr) i cani guida dei non vedenti devono poter accedere anche negli alberghi e nelle realtà ricettive pet free, al che l'addetto ha confermato che avrebbe prima sentito la titolare e che nel frattempo non avrebbe comunque bloccato la stanza».

La coppia ha comunque accettato di attendere di essere richiamata dalla titolare e, qualche ora, dopo ha ricevuto una chiamata, da un'altra addetta della struttura: «È stato a quel punto che la vicenda ha assunto toni sempre più spiacevoli. Dall'altro capo del telefono ci è stato ribadito che i cani non erano ammessi e che comunque quella stanza non avrebbe potuto esserci concessa, perché non attrezzata per gli handicappati. Ci è stato detto proprio così, al che incredula e infastidita ho invitato l'addetta a utilizzare termini appropriati anche nel caso si parlasse di disabili, precisando poi che il mio fidanzato era non vedente e non aveva necessità di fruire di spazi o servizi igienici privi di barriere architettoniche e con ausili, ma tutto ciò non è servito comunque a farci avere la stanza desiderata, al che ho rinnovato il desiderio di poter parlare con la titolare».

La telefonata con quest'ultima, racconta la turista pavese, è avvenuta in serata: «Con tono sgarbato ha ribadito che non avrebbe accettato cani in struttura perché lei ha la fobia dei cani e quando le ho spiegato che non avrebbe di certo dovuto stare in stanza con noi, la signora si è ulteriormente alterata dicendo che comunque non ci avrebbe dato quella stanza e che se volevamo potevamo cercare altre sistemazioni in zona».

Cosa che la coppia ha fatto: «Ormai dopo questa serie di sgradevoli conversazioni non avremmo di certo avuto voglia di essere accolti da quella realtà e ne abbiamo trovata un'altra poco lontano. Abbiamo comunque contattato un legale per contestare a chi ci ha respinti quella che in base alla legge è stata in tutto e per tutto una discriminazione, perché non vogliamo che quello che è accaduto a noi accada ad altre persone»: la possibilità di procedere con la denuncia è espressamente prevista dalla normativa che esclude la possibilità che i proprietari di cani guida possano essere rifiutati all'ingresso di locali, hotel o altri luogo pubblico o possano essere soggetti a restrizioni o costi aggiuntivi rispetto agli altri clienti.

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