Autovelox, in ritardo il censimento chiesto ai Comuni: apparecchi "bloccati"
Via libera in commissione all'emendamento leghista: "Senza informazioni dalle amministrazioni locali, i dispositivi non potranno entrare in funzione". Protesta il Codacons: "Ritardo gravissimo che ha conseguenze pesanti, le multe stradali elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati vengono sistematicamente annullate"
ROMA - Passa in commissione trasporti della Camera l'emendamento della Lega al decreto Infrastrutture per il censimento degli autovelox.
"Bene l'approvazione in commissione del nostro emendamento al decreto Infrastrutture con il quale chiediamo ai Comuni di segnalare tutti gli autovelox presenti sul proprio territorio. In mancanza di queste informazioni i dispositivi non potranno entrare in funzione. Vogliamo un quadro chiaro perché questi strumenti devono essere utilizzati in maniera trasparente e senza abusi per ragioni di sicurezza stradale. Stop agli autovelox solo per fare cassa", spiegano i deputati della Lega nella commissione Trasporti Elena Maccanti (capogruppo e prima firmataria dell'emendamento), Andrea Dara, Domenico Furgiuele, Riccardo Augusto Marchetti e Massimiliano Panizzut.
Il Codacons, però, denuncia il ritardo dei Comuni che blocca appunto gli effetti del decreto sul monitoraggio comunale per la sicurezza sulle strade.
"È gravissimo - scrive - che in Italia non esista un censimento degli autovelox installati lungo le strade". Il ritardo delle amministrazioni locali nella comunicazione dei dati al Mit, sottolinea l'associazione, "sta portando a conseguenze pesanti, perché il ministero in assenza di numeri ufficiali ha dovuto ritirare e rimandare il famoso decreto sull'omologazione degli autovelox, col risultato che le multe stradali elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati vengono sistematicamente annullate da prefetti e giudici di pace - spiega il Codacons - Ci chiediamo se i Comuni non sappiano effettivamente quanti autovelox siano installati sul territorio, o se i ritardi nella comunicazione dei dati siano in qualche modo legati al tesoretto garantito dagli autovelox e messo a rischio dall'atteso decreto del Mit.
Il 59,4% di dispositivi fissi installati lungo le strade italiane risulta infatti validato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, mentre per quelli mobili la percentuale sale al 67,2%. In base - afferma il Codacons - alle ultime stime non ufficiali elaborate dal sito specializzato Scdb.info, gli autovelox fissi e mobili installati lungo le strade italiane sarebbero oggi 10.202. Per quanto riguarda i proventi garantiti agli enti locali, solo nelle principali 20 città italiane gli autovelox hanno assicurato lo scorso anno incassi per oltre 62 milioni di euro".