Allarme dipendenze: in un anno 1.300 accessi al Serd
Parla Ermelinda Levari, direttrice U.O.C. Dipendenze: «Bisogna agire su prevenzione e riduzione dei danni. Crack e psicofarmaci in netto aumento»
IL DRAMMA Sospetta overdose
DATI Il Trentino bianco, ma di cocaina
SERD A Trento circa 200 accessi al giorno
TRENTO. In Trentino, anche se non se ne parla molto, il problema dell'uso di sostanze stupefacenti è reale e attuale, come purtroppo viene evidenziato dai recenti drammatici fatti di cronaca. Ermelinda Levari è la Direttrice dell'Unità operativa Dipendenze, del Dipartimento transmurale salute mentale.
Qual è la situazione in questo momento in Trentino?
A parte un aumento negli ultimi anni di consumo di crack, per quanto riguarda la domanda d'aiuto per altre sostanze, è rimasta immodificata. Il lavoro non ci manca: gestiamo tre Serd (Servizi per le dipendenze) e dieci centri di Alcologia e antifumo, più il presidio in carcere.
C'è un aumento negli accessi?
I dati relativi al 2023 hanno registrato 1.300 accessi totali in un anno, in aumento rispetto l'anno prima. Va detto però che l'aumento dell'intercettazione dei bisogni, può essere anche un visto in senso positivo perché significa che più persone si rendono conto della loro situazione e cercano aiuto.
Come funziona la presa in carico nei centri Serd?
Per sua natura l'accesso al Serd deve essere diretto, libero e gratuito; però consigliamo sempre di chiedere un appuntamento per evitare inutili tempi d'attesa. Se rileviamo una condizione di urgenza clinica allora interveniamo subito, altrimenti la situazione è rinviata e presa in carico entro due settimane. A questo punto vi è una valutazione multidisciplinare con il medico, l'assistente sociale, lo psicologo per far partire un programma terapeutico che può avere anche carattere residenziale coinvolgendo le comunità terapeutiche accreditate.
C'è qualche elemento che accomuna i consumatori?
Abbiamo davvero avuto a che fare con persone di tutti i tipi, si tratta di pazienti estremamente eterogenei. C'è stato anche qualche minorenne, dai 16 anni in su, che si è rivolto a noi. A quel punto abbiamo fatto un grande lavoro con le famiglie e anche con gli altri servizi sociali.
Quali sono le droghe più diffuse e pericolose?
Tra i ragazzi, la sostanza più utilizzata è la cannabis, subito dopo l'alcol: anche se è legale tendiamo a dimenticare che è una sostanza che dà dipendenza. Cocaina e eroina restano le più diffuse, anche se sempre più persone hanno problemi di crack, una sostanza che dà una fortissima dipendenza.
La recente stretta legislativa sta avendo effetto? E quale?
Non abbiamo notato alcuna differenza.
Com'è la situazione per quanto riguarda le sostanze sintetiche?
L'ipotesi è che nel caso di altre sostanze, per esempio utilizzate magari il sabato sera, c'è il rischio che le persone non percepiscano il rischio reale che vi è connesso. Troppo spesso, purtroppo, vi è una sottovalutazione dell'utilizzo di compresse. Ultimamente, preoccupa anche la diffusione del Fentanyl: noi ne monitoriamo l'uso ancora dal 2018, prima che scoppiasse l'allerta nazionale. I dati sono comunque stabili: negli esami tossicologici a tappeto, portati avanti in collaborazione con il laboratorio chimico, è risultato che su 309 test solo tre erano positivi, e in un secondo tempo su 391 test sono stati rilevati cinque positivi. In questi casi viene subito attivata la procedura di monitoraggio e si propone un piano terapeutico.
Quali altre dipendenze vi preoccupano?
Un altro allarme, soprattutto a livello nazionale, riguarda l'abuso di psicofarmaci tra gli studenti delle scuole superiori, ragazzi tra i 14 e i 19 anni: è un fenomeno nuovo che richiede la massima attenzione.
Cosa fare per evitare drammatici fatti di cronaca?
Agire su due fronti: effettuare tantissimi interventi di prevenzione, e noi anche l'anno scorso abbiamo portato avanti 800 ore all'interno delle scuole proprio su questi temi. Inoltre, sarebbe opportuno agire per la riduzione del danno, con interventi specifici. Per esempio attivando i sistemi di drug checking, che analizzano le sostanze acquistate per evitare che siano contaminate. Vanno comunque portati avanti interventi specifici rivolti a quelle persone che hanno difficoltà a smettere, provvedendo materiali sterili e cercando di intercettarle maggiormente.