È lucido ma è positivo al cannabinoide Thc: restituita la patente ritirata
La vicenda di un giovane lavoratore stagionale del turismo residente in Trentino, caduto nelle maglie del nuovo Codice della Strada a seguito di un controllo stradale avvenuto a gennaio
TRENTO. Lucido alla guida, ma positivo al cannabinoide Thc, gli viene ritirata la patente. Ma grazie all'assistenza dei suoi legali, che sono stati in grado di provare l'assenza di alterazione, la patente gli è stata restituita dal Commissariato del Governo di Trento. È la vicenda di un giovane lavoratore stagionale del turismo residente in Trentino, caduto nelle maglie del nuovo Codice della Strada a seguito di un controllo stradale avvenuto a gennaio.
Dall'entrata in vigore del nuovo articolo 187, per vedersi ritirata la patente fino a tre anni e per far scattare il processo per guida dopo l'assunzione di stupefacenti, non è più necessario mettersi al volante in stato di alterazione psico-fisica, ma è sufficiente la positività ai test a disposizione delle forze dell'ordine.
Questi test possono rilevare la presenza nei liquidi biologici delle tracce di numerose sostanze anche a distanza di molte ore o giorni dall'assunzione, benché il loro effetto psicoattivo sia ormai cessato e non si rappresenti un pericolo per sé e per gli altri.
L'avvocato Lorenzo Simonetti dello studio "Tutela Legale Stupefacenti" di Roma ha spiegato: «Il nostro assistito era stato fermato alla guida e, dopo un controllo, gli è stata ritirata la patente per aver assunto Thc», ha detto il difensore, «Si è prontamente messo in contatto con noi e siamo stati in grado di ottenere dal pronto soccorso di Cavalese (dove il ragazzo era stato condotto, ndr) una dichiarazione chiara e ufficiale che confermava l'assenza di uno stato di alterazione».
Ecco una cronologia dei fatti. Il 17 gennaio i carabinieri di Cavalese ritiravano la patente del ragazzo. Il 21 febbraio il Commissariato del Governo di Trento confermava la sospensione per sei mesi della patente. Il 31 marzo gli avvocati depositavano un ricorso al Giudice di Pace di Trento, che il 4 aprile rinviava al giudizio nel merito. Il 29 maggio, il Commissariato del Governo ha annullato il ritiro della patente, prendendo atto che i metaboliti del Thc fossero presenti non nel cavo orale o nel sangue, come prevede la circolare del Ministero della Salute e dell'Interno dell'11 aprile per far scattare le sanzioni in quanto presunti indicatori di un'intossicazione attiva, ma solo nelle urine.
L'avvocato Simonetti ha sottolineato la portata della vittoria legale: «In attesa della decisione del Giudice di Pace in sede civile, abbiamo ottenuto un grande risultato: la restituzione immediata della patente di guida, direttamente dal Commissariato del Governo di Trento, il quale ha accolto la nostra istanza.
Non solo: questo ci ha permesso di annullare l'intero percorso presso la Commissione Medica Locale, evitando così anni di esami, accertamenti e analisi periodiche. Ora il nostro assistito è libero di guidare. Andiamo avanti con la richiesta di archiviazione del reato di guida dopo aver assunto sostanze. Forse non servirà nemmeno arrivare alla Corte Costituzionale: la verità e la prova dell'innocenza sono già sul tavolo».
Rimane il fatto che, pur a fronte di un comportamento che non mette a repentaglio la propria e altrui incolumità in quanto si criminalizzano guidatori pienamente lucidi, la legge costringe i cittadini a un penoso percorso legale, non necessario ai fini di garantire la sicurezza pubblica.