Sicurezza

Un Protocollo per garantire la sicurezza del personale dell’Azienda sanitaria: ecco cosa prevede

L'iniziativa arriva in risposta a un fenomeno purtroppo in crescita: le aggressioni al personale sanitario, che hanno raggiunto livelli preoccupanti negli ultimi anni, mettendo a rischio non solo la sicurezza degli operatori ma anche la qualità dell'assistenza ai pazienti

NUMERI Nel 2024 in regione 301 aggressioni a operatori sanitari

TRENTO. Un nuovo protocollo per la sicurezza del personale sanitario è stato siglato oggi, 3 giugno, dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e dal Commissario del Governo Petronzi, segnando un passo importante nella lotta contro le aggressioni agli operatori dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS).

Le misure previste dall'accordo introducono il prolungamento degli orari del servizio di polizia e, soprattutto, la vigilanza attiva 24 ore su 24 tramite guardie giurate all'interno dei Pronto Soccorso di Trento e Rovereto, le strutture più esposte al rischio di episodi violenti contro medici e infermieri.

L'iniziativa arriva in risposta a un fenomeno purtroppo in crescita: le aggressioni al personale sanitario, che hanno raggiunto livelli preoccupanti negli ultimi anni, mettendo a rischio non solo la sicurezza degli operatori ma anche la qualità dell'assistenza ai pazienti.

Nursing Up Trento, il sindacato degli infermieri, ha accolto con favore il nuovo protocollo attraverso una nota del segretario provinciale Cesare Hoffer, pur sottolineando la necessità di estendere le misure di sicurezza anche alle strutture periferiche dell'azienda sanitaria, anch'esse soggette alla problematica delle aggressioni.

Il sindacato chiede inoltre un potenziamento del personale infermieristico e di supporto nei servizi a maggior rischio, insieme a una maggiore formazione e implementazione delle attività di prevenzione, che dovranno coinvolgere in maniera sinergica tutte le istituzioni competenti.

Secondo Nursing Up, il nuovo protocollo dovrà favorire la cooperazione tra tutte le figure coinvolte sul campo e garantire, in caso di necessità, un tempestivo intervento a tutela dei professionisti sanitari e degli operatori. Il protocollo rappresenta un primo importante tassello nella strategia di protezione del personale sanitario, ma secondo i sindacati sarà necessario valutare nel dettaglio il testo sottoscritto per verificare l'efficacia concreta delle misure previste e la loro reale capacità di contrastare un fenomeno che mina alla base il diritto alla sicurezza sul lavoro negli ospedali trentini.

Cosa prevede il protocollo

Il Commissariato del Governo per la Provincia di Trento, d’intesa con le Forze di polizia, s’impegna a:

  • promuovere il prolungamento del servizio svolto dal Posto di Polizia di Stato già presente presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Trento e presso l’Ufficio Prestazioni dell’Ospedale di Rovereto;
  • promuovere l’intensificazione del servizio di vigilanza dinamica come da Piano coordinato di controllo del territorio;
  • favorire la prosecuzione del supporto delle Forze dell’ordine al personale sanitario e sociosanitario in caso di violenza assistita, commissione di reati contro la persona, pericolo per l’incolumità dei soggetti coinvolti o interruzione del pubblico servizio con particolare riferimento alle attività di emergenzaurgenza;

La Provincia autonoma di Trento, per mezzo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, s’impegna ad approvare il Piano per la prevenzione degli atti di violenza nell’organizzazione sanitaria e implementare le misure di prevenzione di tipo tecnologico-strutturale, organizzativo e formativo e, in particolare a:

  • garantire la vigilanza attiva 24 ore su 24 mediante guardia particolare giurata all’interno degli ospedali di Trento e Rovereto, soprattutto presso i Pronto Soccorso con previsione di due operatori nella fascia serale e notturna;
  • installare e mantenere in funzione sistemi di allarme e chiamate di emergenza (pulsanti antipanico, allarmi portatili, telefoni cellulari), soprattutto nei luoghi e nelle situazioni identificate come potenzialmente a rischio (nelle fasi intermedie di realizzazione del progetto assicura il pronto intervento di personale qualificato in caso di allarme);
  • implementare il sistema di videosorveglianza presente presso i presidi di Trento e Rovereto nei reparti a maggiore rischio (Pronto Soccorso, SPDC), comprese le aree di accesso agli stessi, mediante collegamento con i sistemi delle Forze di Polizia;
  • assicurare la regolazione degli accessi con pulsanti apriporta, videocitofoni, barriere protettive e altre tecnologie
  • definire protocolli clinici e procedure di sicurezza per la gestione di pazienti con comportamenti violenti; potenzialmente aggressivi, come nelle strutture della Salute Mentale, o sottoposti a misure di sicurezza nell’ambito di procedimenti giudiziari;
  • approntare soluzioni strutturali per migliorare la protezione dei lavoratori all’interno della stanza di lavoro (progettazione layout, “vie di fuga”, serrature efficaci per porte e finestre, idonea illuminazione, limitazione del numero degli arredi e fissaggio stabile quando possibile);
  • migliorare l’accoglienza ed il comfort dei luoghi di attesa, facilitando l’ingresso e la richiesta di informazioni da parte dell’utenza, predisponendo cartellonistica informativa adeguata su modalità e tempi di accesso ai servizi e prevedendo eventualmente facilitatori specializzati che spieghino al paziente e agli accompagnatori i motivi dell’attesa, le attività svolte dal personale di pronto soccorso.

Aggressioni, i numeri e le risorse per contrastarle

Si è registrato un aumento del 10% tra 2023 e 2024, in linea con il dato nazionale, che comprende le aggressioni sia verbali che fisiche a danno degli operatori sanitari, delle quali una quota minoritaria con conseguenze a chi viene aggredito. Complessivamente si è arrivati a qualche decina di episodi in un anno.

Nel 2025, secondo quanto ha chiarito il questore Zupo, la Polizia di Stato ha registrato finora due aggressioni al personale sanitario e 11 interventi per persone moleste presso i pronto soccorso.

Per quanto riguarda le risorse, la sicurezza è uno degli obiettivi prioritari indicati dalla Provincia autonoma di Trento all’Azienda sanitaria per l’utilizzo delle risorse che la stessa Provincia eroga ad Apss. Per il capitolo sicurezza si tratta di qualche milione di euro.

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