La polemica

Chat sotto accusa per la frase sulle «radici a Salò» Mason si difende: «Nessuna rivendicazione politica, è la macchina del fango»

Il consigliere di Fratelli d’Italia: «Il mio era solo sarcasmo nei confronti di affermazioni surreali della sinistra». Urzì al suo fianco: «Ha subito un linciaggio mediatico»

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TRENTO.  "La frase 'noi affondiamo le radici nella Repubblica di Salò. Loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?' è stata scritta da me in chat con evidente tono sarcastico e di fastidio verso un'affermazione surreale che possiamo rintracciare in un video, girato nel novembre scorso durante il picchetto davanti alla facoltà di Sociologia promosso da gruppi anarchici e di sinistra con il quale si protestava contro il ddl sicurezza e si voleva impedire l'accesso all'università agli studenti di destra". Lo afferma il consigliere comunale a Trento, Giacomo Mason, in merito alle polemiche suscitate dalla pubblicazione della chat di Azione Universitaria.

L'esponente di FdI esprime "grande amarezza" per una "espressione estrapolata da una chat e decontestualizzata e che ha alimentato una vera e propria macchina del fango, costruita ad arte grazie a mirati interventi di anonimi e di partiti di sinistra finalizzati a screditare la mia persona e probabilmente anche la mia parte politica".

"Il mio commento voleva fare il verso di quell'assurda affermazione provocatoria di 'affondare le radici nella Repubblica di Saló' usando il sarcasmo, che è l'arma usata dagli intelligenti per rispondere ai violenti, e aggiunsi: 'Loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?' citando il lago di Garda per collegarlo a Saló. Evidente il paradosso", prosegue il consigliere provinciale.

"Nessuna rivendicazione politica, nessun messaggio ideologico: solo una risposta a quella che era una provocazione assurda subita da ragazzi di destra", precisa Mason. "La libertà di espressione e il confronto delle idee dovrebbero basarsi sulla correttezza e sulla trasparenza, non su manipolazioni strumentali o campagne diffamatorie condotte nascondendo la propria identità. Mi auguro che in futuro anche chi informa scelga di farlo con responsabilità, verificando i fatti e rispettando la verità. Mai come in questo caso così evidente", conclude il consigliere comunale. 

"Ringrazio sinceramente per la chiarezza del quadro che oggi ci ha consegnato il consigliere comunale Giacomo Mason, attualmente impegnato negli Stati Uniti per motivi di lavoro, vittima di un linciaggio mediatico oltre ogni precedente in Trentino, lanciato peraltro da denunce anonime a cui acriticamente si sono unite organizzazioni di sinistra e speculatori di varia natura". Così il coordinatore regionale e senatore Fdi Alessandro Urzì in merito alle polemiche. "La citazione dell'accusa fatta dai manifestanti di sinistra (quella delle radici che affondano nella Repubblica di Saló) è stata ripresa migliaia di volte come fosse un pensiero di Mason. E non lo era! Era esattamente il contrario, una accusa subita! Non la rivendicazione di una idea. Ritengo vomitevole il linciaggio che è seguito del consigliere Mason per quello che non ha mai detto ma solo per come ha replicato ad una delle tante offese gratuite da parte della sinistra. Un linciaggio che può fare scuola per la modalità di innesco di una macchina del fango. Se ne vergognino coloro che ne sono stati parte. Ogni altra speculazione sul profilo di rigore morale di Mason sarebbe orribile", così Urzì. "Vorremmo leggere le chat dei ventenni di sinistra. Considerato quello che dicono molti adulti della loro parte non vogliamo nemmeno pensare", conclude il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia.

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