Scuole dell'infanzia a luglio, l’attacco del Partito democratico: sei anni di caos
In un’interrogazione la consigliera provinciale Francesca Parolari denuncia, tra le altre cose, l'intenzione dell'assessorato competente di utilizzare le conferme di iscrizione per risolvere anticipatamente i contratti del personale ritenuto non più necessario, nonostante i contratti siano stati stipulati per 11 mesi
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TRENTO. La gestione del prolungamento estivo delle scuole dell'infanzia in Trentino continua a far discutere dopo sei anni dalla sua introduzione. La consigliera provinciale del Pd Francesca Parolari ha presentato un'interrogazione per denunciare i continui cambiamenti di modalità organizzative che hanno caratterizzato l'apertura di luglio dal 2020 ad oggi.
"Non è accettabile che dopo sei anni si continui a rinviare a nuovi approfondimenti", sottolinea Parolari, ripercorrendo le numerose varianti che si sono susseguite: dal servizio gratuito su iscrizione del 2020 al recupero post-Covid, passando per l'estensione con quota di 50 euro nel 2021-2022, poi eliminata nel 2023. Dal 2024 il calendario è diventato di 11 mesi, trasformando luglio in mese di scuola ordinaria, mentre per il 2025 è richiesta una conferma di iscrizione.
Per il 2026 si profila un ulteriore cambiamento con l'introduzione di una possibile compartecipazione economica come "sanzione" per chi non frequenta nonostante l'iscrizione. Particolare criticità riguarda la gestione del personale: dal 2024 nessun lavoratore delle scuole dell'infanzia, né provinciali né equiparate, ha potuto usufruire di ferie nel periodo estivo, dopo che nel 2023 erano stati concessi 5 giorni.
La consigliera denuncia anche l'intenzione dell'Assessorato di utilizzare le conferme di iscrizione per risolvere anticipatamente i contratti del personale ritenuto non più necessario, nonostante i contratti siano stati stipulati per 11 mesi. "Queste questioni emergono alla fine dell'anno scolastico, a scapito di personale e enti gestori costretti a destreggiarsi fra indicazioni poco chiare", conclude Parolari, chiedendo alla Giunta di definire finalmente un'organizzazione stabile.
L'interrogazione solleva cinque punti specifici, dalla stabilizzazione dell'offerta alla gestione dei contratti del personale, evidenziando come l'incertezza organizzativa penalizzi la qualità educativa e la pianificazione degli enti gestori.