Omicidio di Mezzolombardo, Bojan Panic ritorna tra i banchi: «Accolto bene dai compagni»
Rientro in classe a Bolzano per lo studente del "Galilei" che il 4 aprile ha ucciso il padre a coltellate per difendere la madre. L'avvocata Manca: «I tempi del processo saranno lunghi, gli serve socializzare». Ultimi riscontri sui cellulari sequestrati
LA CONFESSIONE “Mio padre picchiava mia madre e non ne potevo più”
BOLZANO. Un abbraccio caloroso, da parte dei compagni di classe e dei professori. Due mesi e mezzo dopo avere ucciso a coltellate il padre Simeun a Mezzolombardo, Bojan Panic è tornato tra i banchi dell'istituto "Galileo Galilei" di via Cadorna. Una decisione presa dallo stesso 19enne per vivere di nuovo una parvenza di normalità.
L'arresto per omicidio volontario era stato convalidato dal gip Gianmarco Giua, ma il giovane resta libero non sussistendo - a parere della pm Patrizia Foiera - la necessità di applicare la misura cautelare. Si attendono, intanto, i risultati delle analisi dei cellulari appartenenti ai membri della famiglia Panic (i due figli, la madre e la vittima): nei contenuti dei messaggi si cercano riscontri con la versione dei fatti fornita dal ragazzo.
Bojan il 4 aprile scorso sarebbe intervenuto a difesa della madre, Milka Panic, vittima dell'ennesima aggressione da parte del marito. Dentro casa, in via Frecce Tricolori a Mezzolombardo, si respirava un clima di terrore. Alle 1.30 di quella notte, come ricostruito dai carabinieri, l'uomo aveva fatto irruzione nella camera dove dormivano i figli e la moglie, scagliandosi contro la donna. È stato a quel punto, per proteggere la madre, che il giovane ha impugnato il coltello a serramanico. Almeno quattro pugnalate alla schiena, il responso dell'autopsia. Bojan Panic, assieme al fratello e alla madre, era quindi stato ospitato da alcuni parenti in Alto Adige per tutto il mese di aprile.
Dal primo maggio la famiglia è rientrata a Mezzolombardo, alloggiata in un appartamento messo a disposizione dal "Tavolo della solidarietà", in attesa che l'abitazione in cui è avvenuta la tragedia venga dissequestrata. Milka è da poco rientrata al lavoro nel negozio Action, al centro commerciale Rotalcenter, in Trentino. Il figlio minore ha ripreso le lezioni all'istituto Galilei già da diverse settimane. Ora anche Bojan, in attesa degli sviluppi giudiziari, è tornato a studiare.
«Il percorso di reinserimento - spiega la legale del giovane, Veronica Manca - è stato concordato con la famiglia e la dirigente scolastica. L'idea iniziale era quella di fare la didattica a distanza. Si tratta però di una scuola professionale: sarebbe stato complicato svolgere la parte pratica. Bojan ha manifestato la voglia di tornare a scuola e perciò si è pensato ad un percorso individuale. Questo percorso comprende lo svolgimento delle verifiche e delle interrogazioni in modo regolare. Ma lui sa che la scuola è a disposizione nel momento in cui non si sentisse a proprio agio in aula. Detto questo, i tempi del processo saranno lunghi e quindi non sarebbe stato giusto tenerlo rinchiuso in casa. La socializzazione è fondamentale per il momento che sta vivendo».
Da parte di Bojan Panic c'è sempre stata la volontà di collaborare con le forze dell'ordine. Durante l'interrogatorio ha detto di non capacitarsi di quello che ha fatto e di aver «nascosto i coltelli in camera per paura che facesse del male alla mamma».