Fugatti: vogliamo la Valdastico e altre opere ma i Comuni remano contro
Il presidente, parlando agli autotrasportatori: per il progetto autostradale e altri lavori sono i territori e le minoranze a creare ostacoli. Secca replica di Manica (Pd): «Per lui, come sempre, è colpa degli altri. A caccia di consensi conferma la realizzazione della Valdastico, infischiandosene degli enti locali interessati, ma addossa ai Comuni tutti i ritardi accumulati dalla Provincia nelle cosiddette grandi opere»
TRENTO - Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, sollecitato sull'eterna questione del progetto autostrada in Valdastico (Vicenza) per arrivare in Trentino, risponde che sarebbero i Comuni, oltre alle opposizioni politiche, a far rallentare tutto.
Il consigliere e capogruppo Pd in Provincia, Alessio Manica, gli risponde secco: «Per Fugatti, come sempre, è colpa degli altri, stavolta dei Comuni, mentre il governo provinciale persevera nel rifiuto di ogni assunzione di responsabilità».
Fugatti aveva parlato ieri all'auditorium di Interbrennero, a un convegno con i rappresentanti delle imprese della logistica: «La "Valdastico" è nel nostro programma e, nonostante non abbia il tifo degli enti locali, vogliamo mantenere fede all'impegno. Sono in corso interlocuzioni con il consiglio provinciale nonché col governo nazionale», ha detto il presidente provinciale.
Sulla Valdastico, il presidente del consiglio provinciale Claudio Soini ha fatto il punto sui lavori d'aula: «C'è un ostruzionismo importante delle minoranze, hanno presentato duemila ordini del giorno, ne rimangono da esaminare 1750. Per la realizzazione servirà un'intesa con il Governo. In merito ai blocchi del traffico imposti dal Tirolo, ne parleremo durante il Dreier Landtag previsto a metà giugno».
Fugatti ha poi elencato una serie di grandi opere a suo dire "frenate" dai Comuni interessati, ma ritenute prioritarie dall'amministrazione provinciale: «Sosteniamo il raddoppio della statale Valsugana, avevamo il "sì" degli enti locali, poi hanno cambiato idea. Ma in questo modo si perde tempo.
Lo stesso vale per la variante di Cles, di Torbole, abbiamo trovato le risorse, ma gli enti locali chiedono di spostare i tracciati e tornano a mettere tutto in discussione. È accaduto per la variante di Sant'Ilario a nord di Rovereto. A Volano entrambi i candidati sindaci si oppongono ai progetti nonostante i 50 milioni trovati.
I Comuni non vengano a contestarci di non aver approntato le opere. Noi proseguiamo nel nostro piano: la Loppio-Busa sta procedendo, il sottopasso di Spini è in fase di appalto, procediamo alla variante di Cles, di Tenna, di Comano, di Pinzolo con lavori in corso, di Torbole, di Sant'Ilario, di Molina di Ledro, alla bretella di San Michele dove i lavori sono in corso. All'Interporto di Trento è fallita l'impresa, abbiamo rinnovato il bando e rifinanziato l'opera, si sta andando all'appalto».
Duro, come detto, l'affondo di Manica nel replicare al presidente della Provincia: «Ci sono circostanze - scrive in un comunicato - nelle quali è possibile misurare lo spessore politico di talune dichiarazioni, quando Fugatti accusa i Comuni di opporsi alle opere pubbliche di competenza provinciale e così facendo autoassolve i propri ritardi e le incapacità della sua amministrazione.
In una ormai evidente assenza di visione strategica sullo sviluppo, ma proseguendo in una ostinazione degna di miglior causa, il Presidente, davanti all’assemblea degli autotrasportatori forse giudicata idonea alla mietitura di qualche consenso, non solo conferma la realizzazione della Valdastico, infischiandosene del parere contrario degli enti locali interessati, ma addossa ai Comuni tutti i ritardi fin qui accumulati dalla Provincia nella realizzazione delle cosiddette “grandi opere”.
È insomma e come sempre, colpa degli altri, mentre il governo provinciale persevera nel rifiuto di ogni assunzione di responsabilità, come si conviene ad una concezione manichea della politica e della pubblica amministrazione.
La giunta provinciale, da sempre, si dichiara paladina dei territori e delle loro esigenze. Peccato siano solo quelle gradite alla maggioranza e al suo leader che, dopo lunghi silenzi istituzionali su moltissime questioni, sembra adesso - e dopo le molte sconfitte elettorali del suo partito - divorato da una certa urgenza affabulatoria e comiziante, nella trepidante attesa di conoscere il destino del suo terzo mandato», conclude il capogruppo consiliare del Pd.